Chi si aspettava un rally della sterlina dopo l’accordo raggiunto da Londra e Bruxelles sulla soft Brexit alla vigilia di Natale, è rimasto deluso. Dopo un poco di euforia iniziale, la valuta britannica si è anzi indebolita, allontanandosi dal massimo di due anni e mezzo di $ 1,3625 raggiunto il 17 dicembre ().
Oggi invece c’è un tiepido rimbalzo verso l’alto.
Alla base del mancato sprint c’è il fatto che gli investitori hanno riconosciuto che l’accordo post-Brexit concordato con l’UE non è esattamente il massimo per il Regno Unito.
Inoltre, l’UE non ha deciso se concedere alla Gran Bretagna l’accesso al mercato finanziario del blocco, che sarà probabilmente determinato mediante decisioni di equivalenza.
A partire dal gennaio 2021, le imprese di servizi finanziari britanniche perderanno quindi i loro diritti di passaporto.
L’accordo con la UE ha però avuto un effetto più diffuso, dal momento che ha eliminato un fronte di incertezza, e quindi dato slancio all’appetito al rischio. Indirettamente, questo ha dato beneficio anche alla stessa sterlina rispetto al dollaro ().
Altri fattori positivi sono stati la firma del presidente Trump in calce alla legge sugli aiuti pandemici da 900 miliardi di dollari. Stesso effetto positivo lo ha pure l’inizio della campagna vaccinale nell’Unione Europea (dopo che il Regno Unito aveva dato il via per primo).
Sulla sterlina pesano però anche i dati sui contagi, che nel Regno Unito lunedì hanno raggiunto un nuovo record: 41.385 nuovi casi in un giorno, il più alto mai registrato.
Inoltre il numero di persone in ospedale è superiore a 20.000, superiore al precedente picco di circa 19.000 ad aprile.