Il sentiment di maggiore propensione al rischio consente all’euro di tenere i guadagni nei confronti del dollaro, e aggiornare i massimi di circa tre mesi verso 1,195. Mentre il biglietto verde continua a vivere una fase di debolezza, gli investitori europei digeriscono un allentamento delle restrizioni da Covid in diversi paesi del Vecchio Continente (anche se la Germania ha annunciato un’estensione del suo blocco parziale).
I tori dell’ hanno così potuto spingere la coppia fino a mettere nel mirino il livello 1,20, dove spesso la corsa ha finito per infrangersi bruscamente.
E’ lì che si gioca il vero test rialzista, anche perché ci troviamo sul limite superiore di un range nel quale la coppia si trova ormai ingabbiata dalla fine di luglio (fonte grafica broker ).
Tuttavia i dati macro non forniscono ancora un quadro incoraggiante. L’indicatore della fiducia dei consumatori nell’area dell’euro è al livello più basso da maggio; quello dei servizi è sceso a un minimo di quattro mesi e ben al di sotto delle aspettative di mercato, mentre quello industriale è sceso di 0,9 punti, chiudendo un ciclo di sei mesi di aumenti. Infine il sentiment economico dell’Eurozona rimane ben al di sotto dei livelli pre-pandemia.
Ma se l’Europa non sorride sui dati, non possono farlo neppure gli USA. Anche oltreoceano il clima di fiducia dei consumatori è sceso, mentre le richieste di sussidio di disoccupazione iniziali sono balzate a 778.000. Inoltre dal fronte Covid arrivano dati pesanti, con il record di ospedalizzati per il 17esimo giorno di fila a 90mila persone.
Occhio all’ormai prossima riunione della BCE, che si è impegnata a ricalibrare la sua politica monetaria, e alla questione Brexit che ancora non conosce la svolta decisiva.
