I mercato volevano solo una cosa dalle elezioni presidenziali USA: un vincitore, subito. E invece dopo ore e ore di spoglio elettorale, quella che alla vigilia veniva data come una cavalcata di Biden, si trasforma in una lotta voto su voto. Con l’esito che non solo slitterà forse di un giorno o due, ma addirittura rischia di trascinarsi fino al ricorso presso la Corte Suprema (come preannunciato da Trump).
Era quello che i mercati temevano, ma speravano di aver scongiurato. L’incertezza sgretola la fiducia della Borse, e dà slancio al dollaro.
Già nella notte (dopo il sorpasso di Trump in Florida, Texas e Ohio) il era avanzato oltre quota 94.
Il cambio era sceso anche di un punto percentuale, e adesso viaggia attorno 1,165.
Più forti le conseguenze sul cambio tra dollaro e Yuan. La valuta cinese probabilmente inizia a scontare l’eventualità sempre più concreta di un secondo mandato di Trump e quindi del perdurare di un atteggiamento muscolare nei confronti di Pechino.
L’ era arrivato sui livelli massimi delle ultime 4 settimane.
Allo stesso tempo, la Banca popolare cinese ha iniettato 120 miliardi di Yuan nel sistema finanziario tramite pronti contro termine a sette giorni a un tasso di interesse del 2,2% per mantenere ampia liquidità nel sistema bancario.
