La Reserve Bank of Australia ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento al minimo storico e un quantitative easing invariato. Nessuna sorpresa giunge quindi dalla terra dei canguri, al termine della riunione della politica monetaria di ottobre. Il costo del denaro resta allo 0,25%, dopo l’ultimo taglio operato a marzo durante la fase acuta della crisi Covid.
Il consiglio di amministrazione della Reserve Bank of Australia, governata da Philip Lowe, ha assicurato che manterrà l’attuale impostazione accomodante per tutto il tempo necessario, e fino a quando non verranno compiuti progressi verso la piena occupazione. Inoltre s’è detta fiduciosa che l’inflazione sarà sostenibile entro la fascia obiettivo del 2-3%.
La RBA non ha escluso un “ulteriore allentamento monetario” per sostenere il mercato del lavoro e dare nuovi stimoli all’economia, in considerazione di una ripresa lenta e a macchia di leopardo. Secondo i responsabili politici, ci vorrà del tempo prima che il livello della produzione torni al livello di fine 2019 (L’Australia sta attualmente soffrendo della peggiore contrazione dalla Grande Depressione).
Il dollaro australiano nel frattempo perde leggermente quota sul mercato valutario, per via dell’apertura della RBA ad ulteriori misure accomodanti.
Rimbalza il cambio contro il dollaro USA (), che ieri era salito grazie al maggiore appetito al rischio e alla prospettiva che il governo Morrison fornirà uno dei bilanci federali più importanti dalla seconda guerra mondiale.
Attualmente la coppia si trova alle prese con la media mobile 50 periodi (al livello 0.72), che da qualche giorno funge da resistenza all’ulteriore avanzata (fonte grafica ).
Un breakout al di sopra di questo livello potrebbe innescare un forte movimento rialzista dell’ verso 0,7265 e 0,7350. Viceversa, se la pressione sull’Aussie ritorna, potrebbe verificarsi un calo verso 0,7070 e 0,7000.
