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Rublo appesantito da petrolio, avversione al rischio e Covid. USD-RUB di nuovo vicino a 79

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Pochi giorni fa la valuta di Mosca aveva superato la soglia dei 79 per la prima volta dallo scorso marzo

Una serie di eventi sta penalizzando pesantemente il rublo russo, che perde nuovamente terreno rispetto a Dollaro ed Euro.
La notizia che il Covid è arrivato a contagiare anche il presidente Usa Trump e sua moglie, ha messo ulteriore pressione sui mercati, alimentando l’avversione al rischio.

Ne fa le spese soprattutto il petrolifero – già debole di suo – con il greggio che sprofonda sui minimi da metà settembre e trascina giù anche il rublo russo, che ha già diversi problemi da affrontare. Anzitutto la diffusione dei contagi (La Russia rimane il terzo paese più colpito), in secondo luogo gli ultimi dati macro negativi, e infine gli scontri nel Nagorno-Karabakh (anche se le dichiarazioni dei partecipanti parlano di progressi nei colloqui tra Russia e Turchia).

A settembre il PMI manifatturiero IHS Markit Russia è sceso infatti a 48,9 da 51,1 nel mese precedente. Il tasso di contrazione è stato il più rapido da giugno. Nel frattempo, la produzione è aumentata grazie alla ripresa delle attività in seguito all’allentamento delle misure restrittive. Allo stesso tempo, l’occupazione è scesa ulteriormente a causa del calo degli afflussi di nuovi ordini. Infine i deboli afflussi di nuovi ordini hanno pesato sul sentiment, che è ancora debole.

Il cambio USDRUB cresce del 2% e si sta riavvicinando sui massimi dallo scorso marzo oltre quota 79, toccati appena pochi giorni fa (grafico broker ).

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La valuta di Mosca perde terreno anche contro l’Euro, con il cambio EURRUB che si aggira attorno a quota 92.

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