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PETROLIO, tonfo pesante (-4%). Il WTI precipita sotto 39, BRENT su quota 41

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Pesano i timori che la domanda nei prossimi mesi possa scivolare verso il basso

Nuovo tonfo del petrolio, che dopo la ripresina di ieri fa una brusca inversione di marcia e perde oltre il 4% (sia che ).
A penalizzare il settore sono i timori che la domanda nei prossimi mesi possa scivolare verso il basso, a causa delle misure restrittive dovute all’emergenza Covid-19.

Il scivola verso i 41 dollari al barile, mentre il perde anche quota 39.

Se questo accade dal lato della domanda, invece dal lato dell’offerta arriva l’incremento di produzione da parte della Libia, dopo che la guerra civile e il blocco dei porti avevano spinto la produzione sotto i 100.000 barili al giorno. L’accordo tra le parti del conflitto hanno eliminato il blocco, facendo così riprendere le esportazioni. Peraltro la Libia ha ancora una grossa capacità produttiva non sfruttata, che potrebbe esserlo nelle prossime settimane.

E’ chiaro che il continuo aumento della produzione petrolifera libica potrebbe esercitare una certa pressione su e . Così come potrebbe esercitarla anche la questione elettorale USA.
Domani ci sarà il primo faccia a faccia Trump-Biden, che ha forti implicazioni per il mercato energetico. Il candidato democratico infatti è un estimatore delle fonti rinnovabili, e una sua vittoria potrebbe far scendere la domanda di petrolio negli USA. La sua vittoria potrebbe quindi servire da catalizzatore negativo per il prezzo di Brent e WTI.

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