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Petrolio e Nasdaq affondano le Borse. Il FTSE Mib cede 1,81%

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Unicredit chiude a -3,72. Pesanti perdite per materie prime (-3,39%), tecnologia (-2,97%) e petrolio (-2,80%)

La nuova discesa del Nasdaq (col timore dello scoppio di una bolla high-tech) e il tonfo del petrolio mettono il freno ai listini europei, zavorrati anche dai timori per la ripresa economica che non decolla.
Tutto questo in un clima reso già nervoso dalle frizioni tra Londra e Bruxelles riguardo Brexit.

Piazza Affari chiude la seduta con il in ribasso dell’1,81%, e termina gli scambi a 19.380,18 punti.

A Milano avanzano i comparti vendite al dettaglio (+1,55%) e media (+0,72%), pesanti perdite per materie prime (-3,39%), tecnologia (-2,97%) e petrolio (-2,80%).

Per quanto i singoli titoli, brilla Pirelli che sale del 3,70% (gli analisti di Citi promuovono il titolo a “buy” e confidano in una ripresa a stretto giro del mercato dell’auto).
A zavorrare l’indice milanese Tenaris (-3,4%) che paga la debolezza del petrolio. Forti vendite su Unicredit, che chiude a -3,72% pagando l’attesa dellla riunione Bce di giovedì prossimo (come tutte le altre banche). Crolla anche STMicroelectronics, con una flessione del 3,44%. In rosso ENI, che evidenzia un deciso ribasso del 3,27%.

Le altre Borse

Per quanto riguarda gli altri listini europei, il di Francoforte chiude in ribasso dell’1,01%. Madrid perde l’1,78% mentre Parigi segna -1,59%. Resta vicino alla parità Londra (-0,12%).
A Wall Street – che chiude nettamente in negativo – si assiste a una pioggia di vendite su Tesla in seguito alla decisione della Borsa Usa di non inserirla nell’indice S&P 500. Al suono della campanella lo cede 2,78%, il fa -2,25% mentre il segna -4,11%.

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