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Sul PETROLIO soffia l’uragano Laura. Ma gli effetti sui prezzi non saranno durevoli

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I produttori petroliferi si preparano all’impatto dell'uragano. Taglia alla produzione come nel 2005, quando passò Katrina

La tempesta tropicale Laura che sta soffiando nel Golfo del Messico, che secondo alcuni meteorologi potrebbe diventare un devastante uragano di categoria 4, ha dato una spinta anche alle quotazioni del petrolio e .

I produttori petroliferi si stanno preparando all’impatto del violento uragano, tagliando la produzione di greggio a un ritmo vicino a quello visto nel 2005 per l’uragano Katrina (adesso è all’84% contro il 90% di 15 anni fa).
Sono state fermate le operazioni di raffinazione negli impianti lungo la costa tra Texas e Louisiana, dove è in corso anche l’evacuazione di centinaia di migliaia di abitanti.

Secondo l’EIA (Energy Information Administration) la tempesta colpirà un’area che rappresenta oltre il 45% della capacità totale di raffinazione del petrolio degli Stati Uniti e il 17% della produzione di petrolio.

Finora i produttori di petrolio hanno evacuato 310 impianti offshore e tagliato 1,56 milioni di barili di greggio al giorno (bpd). Reuters riporta inoltre che le raffinerie che producono benzina e gasolio stanno adottando misure per fermare nove impianti che trattano quasi 2,9 milioni di barili al giorno di petrolio, il 14,6% della capacità totale degli Stati Uniti.

Sul mercato, il si muove oltre i 43 dollari al barile, e potrebbe rompere oltre questo livello dove è ingabbiato da settimane, favorendo un allungo verso la soglia dei 45 dollari.
Occorre comunque prudenza, perché nella stagione degli uragani perché le frustate del prezzo e le finte pause possono essere brutali.

Il invece è saldamento oltre $ 46, superando il massimo di agosto (i successivi target sono individuabili a 48 prima e in area 50).
Sia che hanno visto appiattirsi la curva della crescita, dopo il forte movimento ascendente che ha fatto seguito al tracollo di aprile.

Tuttavia secondo gli analisti, le condizioni meteo potrebbero avere un brusco impatto solo nel breve termine sull’offerta, aiutando i prezzi a salire leggermente, ma il mercato presto si concentrerà nuovamente sul più grande uragano di tutti, il Covid-19.
Inoltre il potenziale calo dell’offerta è attenuato dalle prospettive di una ripresa della produzione, sia all’interno dell’Opec (si guarda soprattutto alla Libia) sia negli Stati Uniti, dove nel complesso il conteggio dei pozzi attivi è tornato a salire.
Infine va ricordato che il prezzo del petrolio resta strettamente legato all’andamento del dollaro statunitense, che si mostra ancora debole.

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