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ORO in pausa, ma è un azzardo (e un errore) parlare di inversione di tendenza

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Il rimbalzo del dollaro e la crescita dei rendimento dei Treasury, hanno innescato l'abbandono di molti asset rifugio

La corsa dell’oro ha subito una frenata, ma è ancora molto presto per parlare addirittura di marcia indietro. Dopo aver corso verso i 2.100 dollari l’oncia, le quotazioni del gold metal hanno vissuto un andamento più tortuoso di recente. Al punto che prima della pubblicazione delle minute della Fed, c’è stato il passo indietro più marcato dal 2013, con l che è finito di nuovo sotto la soglia psicologica dei 2 mila dollari.
Colpa del rimbalzo del dollaro e della crescita dei rendimento dei Treasury, che hanno innescato l’abbandono di molti asset rifugio.

Ma c’era da aspettarsi un contraccolpo nelle quotazioni dell’, visto che il mese di luglio è stato caratterizzato da un lungo e impetuoso rally, a coronamento di un trend rialzista in atto da marzo, ovvero dalla fase acuta della pandemia. Il calo recente è dovuto in parte anche alle prese di profitto da parte degli investitori.

Il quadro comunque rimane assolutamente favorevole all’, per via delle difficili condizioni macro globali e per il clima sempre teso tra USA e Cina. E all’orizzonte c’è un ulteriore fattore di grande incertezze, ovvero le elezioni presidenziali americane.
L’attuale correzione non implica assolutamente un’inversione di tendenza, a meno che diversi driver non cambino rotta nelle prossime settimane, migliorando con decisione il sentiment e l’appetito al rischio dei mercati.

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