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Il PETROLIO sale ma adesso fa più fatica. Ostacolo EMA200 per Brent e WTI

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La spinta dei "tori" si è molto attenuata e i trader sembrano preoccupati per la continua diffusione del coronavirus

Dopo la corsa che aveva caratterizzato il periodo da aprile a giugno, il petrolio adesso fa più fatica a piazzare ulteriori rialzi. E’ vero che ci aggiriamo sui massimi di 5 mesi, ma la spinta dei “tori” si è molto attenuata e i trader sembrano preoccupati per la continua diffusione del coronavirus, che minaccia la rapidità della crescita economica globale.
Nessuno teme realmente che possa scatenarsi una nuova ondata di lockdown (cosa che fece crollare i prezzi a marzo-aprile), ma le attuali restrizioni a macchia di leopardo e parziali, stanno rimettendo un po’ di pressione il mercato.

Mercoledì il è riuscito a superare la resistenza a $ 42,50 e per la prima volta è riuscito a superare la media mobile 200 periodi. Tuttavia, questo livello ha spinto al rimbalzo i prezzi.
Anche il si muove sui massimi di marzo, verso i 45 dollari al barile. Anche in questo caso, siamo in una fase delicata per via del transito dei prezzi nella zona della media mobile 200.

Sul lato della domanda e dell’offerta, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha aggiornato le sue previsioni sulla domanda, vista in calo di 7,9 milioni di barili al giorno quest’anno. Va poi considerato che la domanda di carburante per i viaggi non si riprenderà del tutto finché il mondo non avrà un vaccino. Ottimisticamente, questo non potrà accadere fino almeno all’inizio del 2021. E questo pesa sul sentiment del mercato.

Dal lato dell’offerta, la politica dei tagli dell’OPEC+ ha consentito al petrolio di rimettersi in moto al rialzo, ma adesso alcuni membri stanno riaumentando la loro produzione – sia pure marginalmente – come da accordi, mentre l’Iraq ha invece annunciato che ridurrà la sua produzione di ulteriori 400.000 barili al giorno, per compensare la sua sovrapproduzione.

Nel quadro generale non va poi dimenticato il peso dell’andamento del dollaro USA, uno dei principali motori del prezzo delle materie prime. La debolezza del biglietto verde è un fattore rialzista per le commodities, ma sul petrolio non sembra stia avendo tutti quei benefici che normalmente ci si potrebbe aspettare.

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