Dal meeting della RBA – la banca centrale dell’Australia – non arrivano novità sul fronte di politica monetaria. La Reserve Bank of Australia ha infatti confermato i tassi di interesse al minimo storico dello 0,25% (dove era stato portato a marzo), motivando la scelta con la mancata ripresa dell’economia post Covid.
Secondo l’istituto centrale infatti, la ripresa economica sarà irregolare e accidentata, alla luce del fatto che lo Stato di Victoria, il secondo più grande in Australia, è tornato in lockdown per effetto di una seconda ondata di contagi.
La fotografia della situazione in Australia è cupa, con i consumi in declino e la disoccupazione prevista in ascesa fino al 10% per la fine dell’anno. L’inflazione invece continuerà ad allontanarsi dal target di medio-lungo termine indicato al 2-3%.
Il consiglio di amministrazione guidato da Philip Lowe, ha promesso di mantenere un approccio accomodante fino a quando non saranno compiuti progressi verso la piena occupazione e l’inflazione sarà sostenibile entro la fascia target.
Nel frattempo il cambio continua ad affrontare la resistenza a 0,7150, che sta ostacolando la crescita. Il recente rimbalzo del dollaro ha arginato la corsa dei tori, ma tuttavia il quadro rimane ancora orientato al rialzo.
L’ è salito di oltre il 29% dal suo minimo del 19 marzo, con il dollaro australiano che ha approfittato della debolezza del biglietto verde mentre cavalcava l’ottimismo attorno al recupero post-pandemia.