La corsa dell’oro continua per la quarta sessione di fila e raggiunge un nuovo traguardo storico. Il bene rifugio per eccellenza infatti ha toccato il livello record di 1,944,71 dollari l’oncia, anche sulla scia delle rinnovate tensioni Usa-Cina per le controversie sul commercio, sui diritti civili a Hong Kong e sulle accuse di spionaggio.
Il precedente record era stato segnato ai primi di settembre del 2011, quando il metallo arrivò a costare “intraday” 1.921 dollari.
A sostenere la corsa dell’ – oltre che il diffuso clima di incertezza dovuto alla pandemia – anche il calo del biglietto verde.
Da inizio anno il gold metal ha avuto un rialzo di quasi il 30%, e secondo molti la soglia dei 2000 dollari non è più una questione di “se”, ma solo una questione di “quando”. Ciò vale anche in virtù del nuovo pacchetto da 1000 miliardi di dollari di stimoli, in discussione al Congresso Usa.
Le politiche fortemente espansive – e proiettate a lungo – delle banche centrali, sono infatti un grosso fattore rialzista per l’, perché finiscono per comprimere i rendimenti dei bond, spingendo il mercato a cercare alternative più appetibili, oltre che ritenute “sicure”.
