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L’ORO continua ad avere un forte appeal grazie ai rendimenti reali USA

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I prezzi del gold metal sono praticamente stabili e nettamente sopra i 1800 dollari l'oncia

I prezzi dell’oro chiudono la settimana in guadagno per la settima volta consecutiva, cosa che non succedeva da oltre un anno. E rimangono in prossimità dei massimi dal 2011.

La questione coronavirus, con i contagi che non solo hanno ripreso a fare paura in molti paesi del mondo (a cominciare dagli USA), deprime a fasi alterne l’appetito al rischio degli investitori, preoccupati anche dalla nuova tensione USA-Cina.
Rimane comunque abbastanza insolito che le quotazioni del metallo prezioso continuino a salire, in un contesto che vede anche i mercati azionari in territorio positivo.

Il momento di grossa debolezza del dollaro USD contribuisce a spingere il metallo prezioso, che continua a beneficiare dell’immensa mole di liquidità fornita dalle banche centrali per contrastare i danno provocati dal Covid alle economie (e anche della speranza che tali misure possano essere ulteriormente aumentate).

Bisogna evidenziare però soprattutto un aspetto, che probabilmente è quello che sta guidando in misura più forte il movimento dell’oro: i rendimenti reali statunitensi sono sempre vicini di più ai minimi del 2012 (-0,9%).
L’oro è il beneficiario più notevole dei rendimenti reali che si spostano sempre più in profondità in un territorio negativo, perché questo avvalora il suo potenziale di conservare il capitale nei momenti di crisi.

I prezzi del gold metal sono praticamente stabili e nettamente sopra i 1800 dollari l’oncia. Il livello di supporto per l’oro è sui 1.796 per oncia, mentre la resistenza è arrivata nell’area di 1.825.

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