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DOLLARO, scatto in avanti dopo la sentenza della Corte Suprema contro Trump

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La procura di New York potrà acquisire le dichiarazioni dei redditi del presidente, che invece chiedeva la piena immunità

Giornata dai due volti per il dollaro USD. La debolezza degli ultimi tempi lascia il posto ad una ripresa nei confronti delle altre valute principali, dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha inferto un brutto colpo al presidente Trump.

La Corte infatti ha dato l’ok alla procura di New York perché acquisisca le dichiarazione dei redditi di Donald Trump, respingendo la richiesta dei legali del presidente di garantire ai presidenti in carica la completa immunità da inchieste penali.
La sentenza (decisa a grande maggioranza, 7 voti a 2) ha delicate implicazione politiche, visto che tra qualche mese ci saranno le presidenziali. Tuttavia, l’obbligo che pende a carico di Trump non accadrà prima delle elezioni.

Il clima ‘risk on’ che aveva spinto il dollaro fino ai minimi di un mese su euro a 1,137 (), si è rovesciato. Il biglietto verde ha cominciato a guadagnare terreno (in particolare rispetto alle commodity currencies). Il è rimbalzato dai minimi di quattro settimane a 96,70.
Il cambio è invece sceso sotto quota 1,130.

Minore impatto hanno avuto i dati statunitensi sulle richieste iniziali di disoccupazione. Nella settimana al 4 luglio, i “claims” sono risultati pari a 1.314.00 unità, con un calo di 99.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 1.413.000 (1.427.000 unità la prima lettura). Il dato è migliore delle attese che erano per un livello di 1,375 milioni.

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