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RBNZ, tassi fermi ma preoccupa l’apprezzamento del dollaro “kiwi”. NZD-USD +11% in tre mesi

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La banca centrale non cambia neppure il piano QE, ma si è dichiarata pronta a fornire stimoli aggiuntivi se necessario

Non cambia la politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand. L’istituto centrale neozelandese ha infatti deciso di lasciare i principali tassi di riferimento invariati allo 0,25%.
Non muta neppure il programma di Quantitative easing, pari a 60 miliardi di dollari NZD di acquisti di bond sovrani, bond emessi da agenzie di finanziamento locali e titoli di stato indicizzati all’inflazione.

Secondo la RBNZ, la ripresa economica cominciata dopo l’allentamento del lockdown è partita prima del previsto. Tuttavia la crisi sanitaria ha provocato una forte conseguenza economica, traducendosi in un rallentamento della crescita, dell’occupazione e dell’inflazione, sia all’estero che in Nuova Zelanda.
Per questo la banca centrale si è dichiarata pronta a fornire stimoli aggiuntivi se necessario.
Inoltre il sostegno all’economia domestica verrà fornito attraverso l’aumento della spesa fiscale, e l’entità del recupero dipenderà in parte dall’impatto di queste misure politiche e dalla velocità con cui sono attuate.

La ripresa del NZD ostacola l’export

C’è un altro fattore che preoccupa la RBNZ, ovvero l’apprezzamento del dollaro neozelandese che ha messo sotto ulteriore pressione le esportazioni.
Proprio la valuta “kiwi” viene però penalizzata oggi dall’approccio cauto ma dovish della RBNZ. Infatti sta perdendo circa mezzo punto percentuale (od oltre) rispetto alle altre valuta principali. Il cambio risale oltre 6,44 ma va sottolineato come dopo la fase acuta della pandemia, abbia guadagnato l’11% nell’ultimo trimestre.

Il dollaro kiwi lascia sul campo anche contro quello canadese (NZDCAD), australiano (AUDNZD) e contro l’euro (). Anche in quest’ultimo caso va sottolineato il forte recupero della valuta neozelandese da marzo in poi (6%).

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