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Franco Svizzero troppo forte, la BNS (che ha confermato i tassi) è preoccupata

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Dalla fine di marzo il franco ha guadagnato circa 4 punti percentuale contro il dollaro

La preoccupazione della Banca centrale svizzera (Snb) continua ad essere il valore della moneta Nazionale, il Franco CHF, ritenuto ancora troppo alto e quindi minaccioso per la ripresa dell’economia, duramente colpita dall’emergenza Covid.
Per questo nel meeting di giovedì, dopo aver confermato la propria politica monetaria ultra espansiva (tassi di interesse a -0,75%, il livello più basso del mondo), ha confermato di essere “disposta a intervenire con più forza sul mercato valutario” per frenare la forza del Franco.

Dalla fine di marzo il franco ha guadagnato circa 4 punti percentuale contro il dollaro (). L’accelerazione è avvenuta nelle ultime settimane, dopo diversi tentativi falliti di infrangere la media mobile 200 periodi (fonte grafica borker ).

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A marzo – nel pieno dell’emergenza Covid – il cambio era sceso fino ai minimi pluriennali verso quota 0.915. Le tendenze globali del rischio continueranno a dominare i movimenti del franco a breve termine. Se le paure aumentano, il franco tenderà a rafforzarsi.

Meno preoccupazioni desta in questo momento il cambio , che nelle ultime settimane (+1,3% negli ultimi tre mesi) si è riallontanato dalla soglia di 1,05 infranta a marzo, ritenuta la minima accettabile dalla banca elvetica.

Un taglio ulteriore dei tassi non va escluso

Oltre a confermare il costo del denaro a -0,75%, dove si trova dal gennaio 2015, la Schweizerische Nationalbank ha inoltre deciso di continuare a fornire al sistema bancario anche liquidità aggiuntiva con condizioni favorevoli per il credito.
L’impatto della pandemia si è fatto sentire sull’economia elvetica, fortemente legata al commercio con l’estero. C’è stata una grave flessione dell’attività economica e a un calo dell’inflazione. L’economia svizzera secondo le previsioni della banca centrale, potrebbe scivolare del 6% nel 2020. I prezzi al consumo invece registreranno una flessione dello 0,7% nel 2020, più marcata rispetto al -0,3% previsto a marzo.

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