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Regno Unito, crollo storico del PIL. Sterlina a tinte miste, ma perde quota contro l’EURO

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Tonfo record per Pil UK: ad aprile -20,4%, su base mensile mai così male nella storia

La crescita del Regno Unito segna un record negativo, a causa dell’impatto del coronavirus. Ad aprile infatti il Office for National Statistics (ONS) segnala che il Pil britannico ha segnato una contrazione mensile del 20,4%, la flessione maggiore della storia.

Il calo su base annua è del 24,5%, mentre nel primo trimestre la flessione economica è stata del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Dati macro negativi anche per la produzione industriale (-20,3% contro il 15% del consenso del mercato) e la produzione manifatturiera (precipitata del 24,3%, contro il -15,8% previsto).

Ma oltre ai drammi economici innescati dalla pandemia di Covid-19 (e il rischio di una seconda ondata di contagi), Londra ha un’altra questione importantissima da definire: la Brexit.
Nei giorni scorsi l’agenzia di rating Moody’s ha assegnato al Regno Unito il giudizio Aa2 con outlook negativo, proprio per il rischio di una no-deal Brexit.

Soprattutto queste preoccupazioni hanno appesantito la sterlina negli ultimi, sia contro l’euro che contro il dollaro (a parte un piccolo contraccolpo iniziale, i dati di oggi non hanno avuto effetti). Nel corso della settimana il cambio si è riavvicinato al 0,90. Il cable è sceso sotto 1,26 (la sterlina nell’ultimo mese ha guadagnato il 2,5% contro il biglietto verde).

Il premier Johnson incontrerà il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per rilanciare i colloqui sui rapporti futuri tra UE e Regno Unito.
Il capo negoziatore europeo Michel Barnier, ieri è stato chiaro: “Quello di cui abbiamo bisogno ora per fare progressi sono segnali chiari e concreti che il Regno Unito sia aperto a lavorare su un accordo”.
I negoziati stanno procedendo a ritmo ancora troppo lento per i funzionari del Continente. L’impasse che dura ormai da quattro anni rende durissima la corsa contro il tempo stringe. Infatti la fase di transizione, rinnovata più volte, scadrà definitivamente alla fine dell’anno.

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