Vendite a pioggia sui listini di tutta Europa, Milano inclusa. Oltre alla pausa fisiologica del recente rally, ha inciso in modo pesante la raccomandazione dell’European Systemic Risk Board (a banche e assicurazioni) di rimandare la distribuzione di cedole almeno fino a gennaio 2021. Un invito che ha innescato le vendite sui titoli finanziari, e zavorrato i listini di tutto il Vecchio Continente.
In più si aggiungono i deboli dati macro che stanno frenando i recenti entusiasmi per un rapido recupero dell’economia dopo il lockdown. I mercati intanto aspettano le riunioni della Fed e dell’Eurogruppo.
FTSE Mib sotto 20mila
A Piazza Affari il accusa una flessione dell’1,49% e scende nuovamente sotto quota 20.000 punti (19.930,20).
Male il comparto bancario (-3,77%). Intesa Sanpaolo e Ubi Banca tra i ribassi più pesanti, con perdite di oltre 4 punti percentuale. In profondo rosso anche Unicredit e Mediobanca.
Nel listino, vanno malissimo anche i settori viaggi e intrattenimento (-4,00%) e materie prime (-2,89%). Si salvano dal declino i comparti sanitario (+0,68%) e tecnologia (+0,60%).
In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Nexi (+2,14%), Amplifon (+1,41%), Prysmian (+1,28%) e Ferrari (+1,25%). Pesante Fiat Chrysler, che segna una discesa di ben -4,31 punti percentuali.
Le altre Borse
Tra i mercati del Vecchio Continente non si savla nessuno. Il di Francoforte soffre un decremento dell’1,85%, Parigi ha ceduto l’1,55%, mentre ha fatto peggio Londra (-2,15% a 6.333 punti).
Bene Wall Street, con il Nasdaq che aveva violato la soglia dei 10.000 punti. Al suono della campanella di chiusura, il listino dei titoli tecnologici ha guadagnato lo 0,29% a 9.953,75 punti, mentre il Dow Jones ha perso l’1,09% a 27.272,30 punti. Semaforo rosso al close pure per l’S&P 500, -0,78% a 3.207,18 punti.