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Petrolio, il rally ha frenato. Vertice OPEC in settimana per decidere se estendere i maxi tagli

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Il WTI sta sbattendo sulla resistenza a quota 35 dollari, mentre il Brent non ha ancora sfondato i 37

Se aprile è stato il mese del tracollo, maggio va in archivio come il mese della speranza per il petrolio. Durante queste ultime settimane infatti, tanto il quanto il hanno segnato una forte risalita. Il primo dell’88%, il secondo s’è fermato al 40%.
Ma pensare che il futuro sia senza nubi è un errore, anche perché per innescare questo recupero c’è stato bisogno di portare la produzione di petrolio OPEC al livello mensile più basso in due decenni.

Delle difficoltà del momento sono ben consapevoli i vertici dell’OPEC+, che dopo aver varato un maxi piano di tagli produttivi (9,7 mln di barili) che è entrato in vigore a inizio maggio, tra pochi giorni dovranno discutere se e come portarlo avanti.
In settimana infatti dovrebbe esserci un nuovo meeting, che dovrà valutare se dal prossimo 1 luglio si potrà alzare la produzione oppure è meglio tenerla ancora bloccata.
La posizione più delicata pare – ancora una volta – quella della Russia. Fosse per l’Arabia Saudita si andrebbe avanti ancora con questo ritmo, ma la Russia pare avere qualche dubbio in più.

E’ chiaro che il disaccordo tra Riad e Mosca fa venire in mento lo scenario di marzo scorso, quando proprio un nulla di fatto durante un meeeting OPEC innescò una feroce guerra dei prezzi. Ma vista quella recente esperienza alle spalle (e le sue conseguenze drammatiche), stavolta dovrebbe esserci un confronto più morbido tra le due potenze del petrolio.
In tal senso, il fatto che la Russia non abbia posto obiezioni ad anticipare il meeting di una settimana (originariamente in calendario è previsto per il 9-10 giugno), fa pensare che si sta avvicinando a un accordo con l’Arabia Saudita.

Nel frattempo sul mercato il viaggia sui 35,49 dollari al barile, mentre il a 35,33. Tuttavia, il recente rally sta mostrando i primi segni di sospensione. Il WTI infatti sta sbattendo sulla resistenza a quota 35 dollari, mentre il Brent non è riuscito a sfondare i 37. Entrambi i livelli sono il ritracciamento del 38,2% del sell-off da gennaio ad aprile.

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