Le tensioni tra Usa e Cina sulla questione Hong Kong, mettono il freno ai listini nell’ultima seduta di maggio. Si attende a mercati chiusi la replica di Trump alla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino a Hong Kong, e nessun investitore ha avuto voglia di anticipare i tempi e rischiare, senza sapere il contenuto della replica. Sono così fioccati i realizzi.
La giornata di Milano
A Piazza Affari il ha chiuso in calo dello 0,84% a 18.197,56 punti, ma chiude comunque una settimana d’oro in cui ha guadagnato oltre il 7%.
Sul listino milanese soffia il vento delle banche, in scia al +12,88% di Mps dopo il sostanziale nulla osta della Commissione europea alla bad bank in cui far confluire 10 miliardi di crediti deteriorati.
In calo invece BPER (-3,4%) e Mediobanca (-0,9%). Unicredit e Intesa Sanpaolo sono rispettivamente in crescita dello 0,3% e dello 0,5%.
Il ritracciamento del prezzo del petrolio fa scendere anche i titoli del comparto, con Eni e Saipem in flessione del 3,6%.
Il timore di un inasprimento tra Washington e Pechino penalizza i titoli più legati al commercio internazionale a partire da auto (-3,73% Fca) e lusso (-3,62% Ferragamo e -4,07% Moncler).
Male anche il settore dell’energia (-3% il sottoindice continentale), che sconta la debolezza del greggio: Tenaris perde il 4,2% ed Eni il 4,35%. Prosegue il recupero di Diasorin (+5) sulla scia degli sviluppi legati ai test molecolari e sierologici legati al Covid-19.
Le altre Borse
Se Milano ha vissuto una giornata negativo, nel resto d’Europa è andata molto peggio: Francoforte -1,67%, Parigi -1,59%, Madrid- 1,75%, Londra -2,47%.
In serata chiude positiva Wall Street, malgrado Trump abbia annunciato sanzioni a carico di funzionari cinesi nel corso dell’attesa conferenza stampa.
A conclusione dell’odierna sessione di contrattazioni, infatti, il Nasdaq Composite ha guadagnato l’1,29% a 9.489,87 punti, e l’S&P 500 lo 0,48% a 3.044,31 punti. Semaforo rosso invece per il Dow Jones, -0,07% a 25.383,11 punti.
