Il calo dell’inflazione alimenta le possibilità che la Bank of England possa far scivolare i tassi al di sotto dello zero, per stimolare l’economia colpita da Covid. L’effetto è pesante per la sterlina, che perde quota contro le altre valute principali.
Ed a proposito di tassi, per la prima volta il Tesoro britannico ha emesso un bond a rendimento negativo, in pratica “viene pagato” per ottenere denaro in prestito. Nell’economia post-Coronavirus, questa potrebbe essere una cosa frequente per molte nazioni in tutto il mondo.
Dati macro deludenti
Questa mattina l’Ufficio nazionale dei statistica ha reso noto che l’inflazione del Regno Unito ad aprile è rallentata al minimo da agosto 2016, a causa dei bassi prezzi del petrolio.
L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa allo 0,8% dall’1,5% in marzo. Gli economisti avevano previsto un calo allo 0,9%.
L’inflazione core – che esclude energia, cibo, bevande alcoliche e tabacco – è rallentata all’1,4% dall’1,6% di marzo. Su base mensile, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,2% dopo essere rimasti invariati a marzo.
Dati negativi anche per i prezzi alla produzione, diminuiti per la prima volta da giugno 2016 dello 0,7% ad aprile, invertendo un aumento dello 0,3% registrato a marzo. Gli economisti avevano previsto una riduzione meno marcata, dello 0,4%.
Sterlina debole
Come detto, la convinzione che la BoE possa presto abbracciare i tassi negativi, ha spinto giù la sterlina contro tutte le valute principali.
Il cambio è salito a 0,8970 e ha messo nel mirino quota 0,90. Cala anche il cambio della sterlina contro il dollaro USA ( a 1,223). La valuta del Regno Unito perde quota anche contro il franco svizzero ( 1,180, -0,76%) e lo Yen giapponese ( 131,53).