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Australia, la RBA lascia il costo del denaro allo 0,25%. AUD-USD sul 61.8 Fibonacci

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Dopo aver tagliato due volte i tassi durante il mese di marzo, stavolta la banca centrale ha deciso di lasciarli fermi

Non è arrivata nessuna sorpresa dal meeting della Reserve Bank of Australia. Dopo aver tagliato due volte i tassi durante il mese di marzo, stavolta la banca centrale ha deciso di lasciarli fermi al minimo storico di 0,25%.
La banca centrale australiana ha inoltre confermato il piano di stimolo economico (acquisto asset e finanziamenti a piccole e medie imprese), che è tra quelli più aggressivi nei paesi sviluppati.

Il contraccolpo Covid sull’Australia

Ad illustrare la situazione ci ha pensato il governatore Philip Lowe: “L’economia australiana sta attraversando un periodo molto difficile, ed esiste una forte incertezza sull’outlook”. Il tesoriere australiano Josh Frydenberg ha sottolineato che il blocco del coronavirus nel paese costa all’economia 4 miliardi di dollari a settimana.

Il coronavirus avrà un forte impatto su disoccupazione, PIL e inflazione.
La disoccupazione dovrebbe raggiungere il 10% e restare sopra il 7% fino alla fine del 2021. Il Prodotto Interno Lordo invece è atteso in calo del 10% (6% in totale nel 2020), mentre l’inflazione dovrebbe essere negativa nel secondo trimestre.
Fin quando obiettivi di inflazione e occupazione non saranno centrati, la RBA fa sapere che i tassi non saranno aumentati.

Il cambio AudUsd

La decisione della RBA era attesa, e per questo l’impatto sull’Aussie è stato limitato.
Il cambio si muove su quota 0,640, dove si trova il 61,8 Fibonacci costruito sul movimento ribassista da inizio anno fino al minimo di marzo. Questa quota aveva funto da resistenza qualche settimana fa e sembrava essere stata infranta settimana scorsa. Ma c’è stato un rimbalzo (fonte grafica broker ).

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In questo momento il cambio è guidato soprattutto da due driver.
Anzitutto il clima di propensione al rischio che si sta respirando sui mercati. Dopo il nuovo scontro USA-Cina infatti è cresciuta la tensione, e questo non dà beneficio alle valute più rischiose come l’Aussie.
D’altra parte però, la rimozione parziale e graduale dei blocchi indotti per fronteggiare il coronavirus, ha ridato un po’ di ottimismo alle valute legate alla produzione e materie prime.

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