La Cina, seconda economia più grande al mondo, si sta lentamente riprendendo dal contraccolpo subito per la diffusione del coronavirus. E’ stato finalmente rimosso anche il lockdown alla cittadina di Wuhan, epicentro della pandemia, mentre il numero di contagi e decessi si è ridotto notevolmente.
Di fronte a queste novità, anche i mercati riprendono a considerare gli ETF sull’attività economica cinese, come l’.
Il rilancio della Cina
Alcuni dati macro sono stati incoraggianti, come l’indice PMI di marzo, che ha superato le aspettative nonostante la pandemia, superando la soglia di 50 (è arrivato a 52) che separa la contrazione dall’espansione.
Inoltre il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology cinese ha informato che la ripresa del tasso di lavoro per le grandi imprese industriali è stata del 98,6% e che il ritorno dei lavoratori si è attestato all’89,9%.
Nel frattempo la PBoC – la banca centrale – ha iniettato $ 14,3 miliardi nel sistema finanziario, per sostenere la ripresa economica.
iShares MSCI China ETF (MCHI)
In questo contesto, gli investitori tengono d’occhio alcuni ETF cinesi come l’, che replica l’indice MSCI China comprendente 603 aziende.
L’ETF MCHI ha perso il 23% dallo scoppio dell’emergenza in Cina. All’epoca era in pieno slancio rialzista e si stava avvicinando alla soglia dei 70$, ma nel giro di due mesi è crollato poco oltre quota 50.
Come vediamo nel grafico sottostante, dal minimo di metà marzo però è cominciata la risalita, quando sono giunti i primi segnali di ripresa economica (fonte grafica broker ).
L’ ha toccato il 38.2 Fibonacci, che è un livello molto solido visto che questa è la terza volta nell’ultimo mese che si sta opponendo alla risalita dei prezzi.
Se dovesse riuscire a superare questa quota (il test è ancora in corso), all’ora il target dell’ sarà verso i 60 dollari, importante soglia psicologica dove si trova anche il successivo ritracciamento 50 Fibonacci.
