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FED, divisione interna sui tagli fatti a marzo. C’è chi avrebbe voluto una manovra più morbida

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Il 15 marzo alcuni membri del Fomc avrebbero preferito un taglio del tasso di interesse più ridotto rispetto ai 100 punti base

Sono stati tutti d’accordo sulla necessità di effettuare un taglio al costo del denaro, meno d’accordo invece sull’entità della sforbiciata fatta a metà marzo (la seconda del mese, quella da 100 punti base). E’ quanto emerge dalle minute FED rese note nella serata di mercoledì.

I verbali delle riunioni di emergenza di politica monetaria USA, evidenziano che in occasione dei tagli al costo del denaro, alcuni membri del Fomc avrebbero preferito un taglio del tasso di interesse più ridotto dei 100 punti base che sono stati effettuati, anzitutto perché sono ancora incerti gli effettivi danni che il covid-19 provocherà, in secondo luogo perché un taglio così netto avrebbe mandato un segnale meno negativo sulle prospettive economiche. Infine, una sforbiciata di minore entità avrebbe consentito alla FED di mantenere ancora spazio di manovra nelle settimane a seguire.


Ciò nonostante, la Fed alla fine ha votato per ridurre i tassi di 100 punti base in un intervallo compreso tra 0-0,25%, indicando il probabile declino a breve termine dell’attività economica e il grado estremamente elevato di incertezza sulla lunghezza e la gravità del declino.

Il verbale della FED ha ribadito il concetto secondo cui sarebbe opportuno mantenere i tassi agli attuali livelli prossimi allo zero, fino a quando i politici non saranno sicuri che l’economia avrà “resistito agli eventi recenti”.

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