Dopo un paio di settimane in ombra, in cui sembrava che non fosse più considerato il safe haven degli investimenti, l’oro è tornato nuovamente a riprendersi la scena.
A fargli l’assist per il ritorno in auge è stata la Federal Reserve, che ha promesso un QE senza limiti per contrastare gli effetti del Covid-19.
Di nuovo oltre 1600 dollari l’oncia
L’oro è così partito con il turbo in questa settimana, con un doppio rally che oggi vale circa +5%, ed il ritorno (sia pure temporaneo) oltre quota 1.660 dollari l’oncia, dopo un rimbalzo sul 38.2 Fibonacci (costruito su minimi 2018 e i top di febbraio).
Dopo aver sfiorato i massimi del 2002 raggiunti a febbraio, il gold metal ha poi ceduto una parte dei guadagni (fonte grafica broker ).
Il sostegno alla marcia del metallo prezioso arriva dal Covid 19, e dalle incertezze di fondo sull’evoluzione della pandemia. Il rischio che possa innescare una forte recessione è sempre molto elevato. Questo scenario dà ancora più convinzione che i tassi di interesse reali rimarranno molto bassi per lungo tempo, sostenendo il prezzo dell’oro.
Va aggiunto che secondo Goldman Sachs si profila uno scenario simile a quello dell’ultima grande crisi del 2008, che potrebbe spingere il metallo prezioso verso un target di 1800 dollari l’oncia.