La FED non ha voluto neppure aspettare di riunirsi settimana prossima. Ha agito subito, e con una riunione d’emergenza ha tagliato (all’unanimità) il costo del denaro di 50 punti base, portandolo all’1-1,25%.
Si tratta del primo intervento di ‘emergenza’ dai tempi della crisi finanziaria del 2008.
La FED spiana la strada alle altre banche centrali
La decisione è stata assunta per fronteggiare gli effetti del coronavirus sull’economia americana, che rimane comunque
robusta, secondo quanto precisato dalla banca centrale americana.
“Era il momento di agire e lo abbiamo fatto“, ha spiegato Powell.
La mossa della Federal Reserve è concepita quindi per proteggere l’economia a stelle e strisce dall’impatto del coronavirus, ma probabilmente anche per smuovere gli altri istituti centrali con un atto forte (visto che la decisione arriva una settimana prima del previsto meeting del 17-18 marzo), per spingerli ad adottare misure analoghe e in fretta.
Virano (per poco) le Borse
La mossa della FED ha fatto cambiare immediatamente rotta agli indici di Wall Street (, , ), che hanno preso la via del rialzo, ma soltanto per un breve lasso di tempo.
L’effetto FED si è avvertito anche sui mercati europei, che aspettavano soltanto un segnale di intervento delle banche centrali per poter svoltare. Anche loro hanno sprintato in salita, ma anche in questo caso l’effetto è stato di breve durata.
Il dollaro sussulta
Sul fronte valutario, il dollaro USD ha sobbalzato subito.
La coppia è salita sopra 1,12 prima di ripiegare.
Stesso discorso per il cambio , giunto fino a quota 1,285 ma poi ridisceso.
Il contesto generale invece amplia la discesa del cambio con lo yen giapponese, classica valuta rifugio appetita dagli investitori nei momenti di incertezza: il cross cede infatti circa un punto percentuale.