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Cina, crolla la manifattura a causa del coronavirus. USD-CNH testa quota 6,965

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Il Purchasing Managers' Index (Pmi) della Cina elaborato da Markit/Caixin è infatti precipitato a 40,3

L’epidemia di coronavirus ha avuto un impatto durissimo sull’attività del settore manifatturiero cinese, che a febbraio ha registrato la contrazione più marcata di sempre.
Il Purchasing Managers’ Index (Pmi) della Cina elaborato da Markit/Caixin è infatti precipitato a 40,3, molto al di sotto della soglia (50) che separa la fase di crescita da quella di contrazione.
Peraltro il dato è anche peggiore di quello che si aspettavano gli analisti, fermi a un più ottimistico 45,7.

Crescono le scommesse su un intervento della banche centrali

I sondaggi sulle PMI cinesi hanno evidenziato ulteriormente il rischio che l’epidemia sta avendo sulla crescita mondiale. Questo ha fatto aumentare le scommesse che la Federal Reserve sarà chiamata a intervenire con misure espansive a sostegno dell’economia.

Ne deriva una certa debolezza del dollaro USD, a tutto vantaggio dello Yuan cinese che recupera un po’ di terreno (). Un taglio dei tassi statunitensi infatti aumenta l’interesse per le valute dei mercati emergenti che hanno rendimenti più elevati.
Il cambio è sceso verso quota 6,965, livello più basso dal 12 febbraio, dove ha trovato un supporto che è stato testato già diverse volte a partire da metà novembre.

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