La marcia del Franco Svizzero non si ferma, facendo crescere qualche preoccupazione presso la BNS.
Nella giornata odierna, il cambio tra euro e franco () ha aggiornato i suoi massimi pluriennali, arrivando a toccare quelli di marzo 2017 a 1.065.
La corsa al bene rifugio
E’ chiaro che l’evoluzione degli eventi legati al virus cinese continua a pesare in modo forte sul sentiment del mercato, alimentando ancora la richiesta di beni rifugio.
E quando si incrociano una valuta (quella svizzera) che vola ed un’altra che vive una fase di debolezza (l’euro) è chiaro che il rapporto di cambio prenda una direzione ben precisa.
EurChf sui minimi da marzo 2017
La corsa del Franco ha quindi toccato il livello più basso dal marzo del 2017, ma il trend ribassita della coppia non è certo storia recente. Il cambio infatti viaggia in discesa dalla primavera del 2018, e durante questo lasso di tempo è sceso di circa 6 punti percentuale.
Come vediamo sulla piattaforma , l’ultimo scatto ribassista a portato alla violazione del supporto statico di breve a quota 1,0675.
Che problema per la BNS
I fari si accendono adesso sulla Banca Nazionale Svizzera, che da tempo cerca di arginare l’apprezzamento del franco (il governatore della BNS Thomas Jordan, di recente l’ha definito “fortemente valutato”), che provocherebbe seri problemi agli equilibri dell’economia nazionale.
Ricordiamo che è da luglio 2015 che il cambio non scende sotto la soglia di 1,05, ovvero qualle barriera informalmente fissata dopo l’abbandono del cambio minimo.
Il punto è che sarà difficile fare interventi concreti, adesso che gli USA hanno messo gli elvetici nella watchlist dei “manipolatori di valuta”. Questo maggiore livello di attenzione restringe i futuri margini di manovra della BNS, dopo cinque anni trascorsi a contrastare gli afflussi di beni rifugio nel franco.
