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Petrolio, rimbalzo su indiscrezioni nuovo taglio OPEC. Ma la paura non passa ancora…

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Il coronavirus cinese ha provocato un crollo della domanda di oro nero, l'OPEC sta pensando di intervenire di urgenza

Il prezzi del petrolio tornano a respirare, dopo il calo delle ultime due settimane innescato dai timori per le ricadute del coronavirus sull’economia globale.
La spinta alle quotazioni arriva dall’OPEC+, che potrebbe presto effettuare un nuovo taglio alla produzione per sterilizzare il potenziale calo della domanda innescato dall’epidemia cinese.
Si stima infatti che il virus Wuhan abbia provocato un calo della domanda di petrolio cinese di 3 milioni di bp, che equivale al 20% del consumo interno.

La sfida dell’OPEC

Negli ultimi giorni i membri del “cartello” si sono mostrati molto preoccupati degli scenari sul mercato del petrolio, al punto da convocare una riunione d’emergenza con la partecipazione della Russia e di altri alleati.
L’OPEC, che a malapena ha avuto il tempo di cominciare ad adempiere ai propri impegni di tagliare l’output di 1,7 milioni di barili, si è trovato di fronte ad un nuovo grave problema che sembra durissimo da affrontare.

Brent e WTI, rimbalzo dopo il tracollo

Nel frattempo, da quando Pechino ha annunciato il nuovo virus il 7 gennaio, le quotazioni del Brent sono diminuite del 16%. L’8 gennaio erano arrivata a toccare i 70 dollari, oggi invece sono sui 55.
Il declino appare evidente sulla webtrader .

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Dopo aver toccato un minimo di più di un mese all’inizio della sessione, le quotazioni sono in risalita sulla scia delle indiscrezioni riguardo a un possibile nuovo taglio produttivo da parte del OPEC.
Anche il WTI è in lieve salita oggi, poco sopra 51 dollari il barile. Una quotazione choc se si pensa che meno di quattro settimane fa era arrivato oltre i 65 dollari al barile.

Nuovo taglio alla produzione?

Come detto, l’OPEC+ potrebbe incrementare ulteriormente i tagli di 500 mila barili di petrolio nel corso dell’anno. Soprattutto l’Arabia Saudita starebbe spingendo in questo senso (secondo il Wall Street Journal). Ma sarà importante la posizione della Russia, che non è detto sia disponibile a “collaborare” ulteriormente.

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