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Borsa, il FTSE Mib chiude male gennaio. Quota 23400 diventa uno spartiacque

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L'indice italiano ha perso il 3,05% nell'ultima settimana e ha avuto una flessione complessiva a gennaio dell'1,14%

La chiusura di gennaio porta con sé molti interrogativi ed alcune preoccupazioni sui mercati azionari. Dopo aver raggiunto il top a metà settimana, il ha avviato una netta correzione che l’ha spinto sui minimi del questo mese.
Colpa dei dati deludenti sul PIL del quarto trimestre 2019, ma soprattutto di timori che il coronavirus possa avere una diffusione incrementale a livello mondiale, innescando forti ripercussioni sull’economia globale.

La conferma che il vento è cambiato non soltanto nell’azionario italiano arriva anche dalle altre piazze europee ma soprattutto da Wall Street, dove i tre indici si trovano sotto i minimi delle ultime sedute.

Lo scenario per il FTSEMib

Dal canto suo il ha chiuso gennaio nel peggiore dei modi (-3,05% nell’ultima settimana e flessione complessiva a gennaio dell’1,14%).
Come vediamo sulla piattaforma , il Ftse Mib è stato bruscamente respinto dai recenti massimi (l’area dei 24.200 punti si conferma un ostacolo estremamente arduo da superare), riportandosi sui valori di fine 2019, andando a testare la base della fase laterale disegnata dal minimo del 6 gennaio.

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Per adesso si può parlare solo di segnale negativo, che necessita di una conferma per farci capire se potrebbe aprirsi uno scenario più pesante per il .
Probabilmente va tenuta d’occhio la quota 23.420 punti, che potrebbe essere la soglia spartiacque tra una prosecuzione del rialzo e l’avvio di una fase correttiva.
Sull’altro versante, scenari ulteriormente rialzisti per il richiedono il superamento del range tra i 24.100 e i 24.500 punti, che rappresenta una resistenza decennale. Per farcela però l’indice italiano dovrà acquisire uno slancio sufficiente, che presuppone input ben differenti rispetto a quelli attuali, dominati dall’incertezza causata dalla diffusione del coronavirus.

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