Se la tregua commerciale tra USA e Cina aveva dato slancio alle quotazioni del rame, la diffusione del coronavirus cinese le sta invece deprimendo. Tanto che ieri ha chiuso la peggiore serie di perdite dalla metà del 2018.
Il benchmark del a tre mesi sul LME (London Metal Exchange) ha chiuso -1% a $ 5,925 per tonnellata, registrando la maggiore perdita settimanale (oltre il 5%) più grande da gennaio 2015.
Il rame Comex di marzo perde l’1,5% a $ 2,668 / lb, scivolando per sette sessioni consecutive e un 6,6% combinato da metà gennaio.
La Cina agita il mercato
Le preoccupazioni legate alla diffusione del Coronavirus riguardano in generale la crescita economica globale, ma in particolare l’economia cinese con conseguenze pesanti sulla domanda di (Pechino è il principale consumatore mondiale di metalli).
A pesare ancora di più sulle quotazioni è il forte aumento delle scorte (in Cina del 15%, valore più alto da settembre).
Inoltre la Cina State Grid prevede di tagliare gli investimenti nelle infrastrutture di rete dell’8,8%, e questa spesa rappresenta circa la metà della domanda di rame in Cina.
Rame al test di Fibo 38.2
Dal punto di vista tecnico, possiamo fare alcune considerazioni grazie alla webtrader .
Il recente calo del prezzo ha portato all’attraversamento dei livelli Fibo 61.8% e 50% (costruito dai massimi di aprile ai minimi di inizio settembre), nonché all’attraversamento della media mobile 200 periodi.
Lo slancio ribassista del è quindi molto deciso, ma come possiamo vedere il prezzo adesso sta testando il Fibo 38.2, che coincide anche con la trendline dei minimi crescenti che parte proprio da settembre.
Questo test potrebbe essere molto importante per capire se – unitamente alle novità in arrivo dalla Cina – possa proseguire questo forte impulso al ribasso oppure ci sarà un ostacolo alla discesa dei prezzi.
