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Tensione Usa-Svizzera: “Manipolate il cambio”. Il franco vola: EUR-CHF sui minimi dal 2017

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Accuse pesanti da parte di Washington, ma Zurigo non ci sta. Intanto il franco svizzero prende l'ascensore

Gli USA danno una spinta forte al franco svizzero, che nonostante il miglioramento del sentiment sui mercati e il ritorno alla propensione al rischio, prende l’ascensore e vola sui massimi dal 2017 contro l’euro (EurChf).

Le accuse di Washington

Cosa è accaduto? Gli Stati Uniti hanno deciso di aggiungere la Svizzera alla watchlist come “manipolatore di valuta”.
Secondo il Dipartimento del Tesoro americano infatti, pur avendo la Svizzera un ampio margine di manovra fiscale, ha deciso di non sfruttare questo potenziale per stimolare la crescita. Preferisce invece puntare su una politica monetaria ultra-espansiva che impedisce alla valuta di crescere.
In sostanza, gli Usa ritengono che la Svizzera stia deliberatamente spingendo il franco sotto il proprio potenziale.

Questo clima teso tra Washington e Zurigo ha indotto gli investitori a ritenere meno facile da ora in poi, per la Banca nazionale svizzera, intervenire sui mercati FX per evitare un eccessivo apprezzamento del franco. Che quindi avrà le briglie sciolte per volare in alto.

Chf sui massimi dal 2017 contro l’euro

L’effetto è stato immediato. Oggi la coppia EURCHF è scesa a 1,0759, sui minimi da aprile 2017. Il cambio ha infranto la recente zona di consolidamento nella quale si muoveva dalla scorsa estate, come vediamo sulla piattaforma .

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Il franco svizzero nell’ultimo anno si è rafforzato del 4% contro l’euro ed è la migliore tra le principali valute europee negli ultimi 7 giorni.
Anche nei confronti del dollaro c’è stato un ulteriore apprezzamento del franco. Il cambio UsdChf è sceso a 0,967 e si sta riavvicinando al minimo da settembre 2018, toccato poche sedute fa.

Zurigo reagisce e nega

Alle accuse americane, la Banca nazionale svizzera ha risposto affermando che tutti i suoi interventi sono esclusivamente legati alla politica monetaria.

Va detto che la valuta elvetica risente del suo status di bene-rifugio, e negli ultimi mesi si è rafforzata per le varie tensioni internazionali (Brexit, trade war e tensioni in Medio Oriente).
I tassi negativi sono l’arma più efficace per Zurigo per evitare un apprezzamento eccessivo del cambio, innescando così problemi alle esportazioni e all’economia alpina.
Di certo non sarà Washington a dettare la linea di condotta alla BNS, per cui continuerà a puntare sui tassi negativi almeno finché la BCE non inizierà ad alzare i suoi.

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