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Mercati nervosi dopo l’attacco Iran a basi USA. L’ORO si affaccia oltre 1600$, sale il PETROLIO

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L'escalation di tensione in Medio Oriente spinge gli investitori a vendere il rischio e comprare i rifugi sicuri

L’attacco dell’Iran alle basi Usa in Iraq riaccende la corsa ai beni rifugio – con l’oro che si affaccia oltre quota 1600 dollari l’oncia – e spinge all’insù anche il petrolio.

La vendetta iraniana contro gli USA

L’Iran ha lanciato l’operazione ‘Soleimani Martire’ sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil. Il primo bilancio parla di almeno 80 morti.
L’attacco è una ritorsione iraniana per il raid Usa che la settimana scorsa ha portato alla morte del comandante iraniano Qassem Soleimani.

Mercati instabili, è corsa al safe haven

A seguito di questo episodio, i mercati sono tornati nuovamente a temere per la stabilità del fronte internazionale, scappando così dalle attività rischiose (Borse in calo) e tornando a comprare safe haven.

Le quotazioni dell’ hanno così avuto una forte impennata.
Il prezzo del Gold metal è salito del 2% superando di slancio i 1.600 dollari l’oncia, livello più alto dal 2013, salvo poi fare qualche passo indietro.

Anche il petrolio continua la corsa al rialzo, malgrado finora non si sia ancora verificata alcuna interruzione nelle forniture.
Le quotazioni del sono salite di diversi punti percentuale a 65,43 dollari al barile, per poi tornare sui 63,3 dollari al barile.
Il greggio di riferimento europeo () – che nei giorni scorsi aveva superato la soglia psicologica dei 70 dollari al barile – è salito fino a 71,7 dollari, con un rialzo di oltre il 5%, per poi stabilizzarsi in mattinata sui 69 dollari.

Sul fronte valutario lo yen, considerato valuta rifugio per eccellenza insieme al franco svizzero, risale sui massimi di tre mesi contro il dollaro americano ( a 107,74).

E’ chiaro che in questo momento i mercati sono tutti focalizzati sull’evoluzione dello scenario in Medio Oriente. La preoccupazione è che l’escalation sia soltanto all’inizio, anche perché l’Iran minaccia quindi “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere.

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