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Verbali FED, emerge un cauto ottimismo. Non sono previsti ritocchi ai tassi nel 2020

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Nell'ultimo meeting di politica monetaria, alcuni funzionari hanno comunque espresso preoccupazione sul mantenimento di tassi bassi

I verbali dell’ultimo meeting della FED, quelli relativi alla riunione del 10 e 11 dicembre scorso, evidenziano un cauto ottimismo da parte dei membri del board, considerando le novità sull’allentamento delle tensioni nella guerra commerciale e l’improbabilità di una Brexit con il no-deal.

Voto unanime ma c’è chi teme i tassi bassi

In quella circostanza, i componenti del FOMC hanno deciso all’unanimità di lasciare invariato il tasso di interesse negli Stati Uniti, ponendo fine ad un ciclo di allentamento che ha portato il tasso all’ingiù di tre quarti di punto, a un intervallo compreso tra 1,50 e 1,75%.
Alcuni funzionari, comunque, avevano espresso preoccupazione sul mantenimento di tassi bassi.

Dalla riunione è emerso che alcuni timori sulle prospettive economiche si sono alleviati, inoltre gli USA sono caratterizzati da un forte mercato del lavoro e una solida spesa per i consumi. Ma hanno anche notato che la più lunga espansione americana registrata potrebbe ancora essere vittima di shock esterni (l’esempio concreto è la drammatica escalation di tensioni di questa settimana tra gli Stati Uniti e l’Iran).

Nessun ritocco atteso nel 2020

Per quanto riguarda l’inflazione (target 2%) le minute evidenziano una certa preoccupazione per livelli ancora al di sotto del target. L’organo di politica monetaria della FED ha lasciato intendere che, probabilmente, verso la metà dell’anno ci sarà l’adozione di una nuova linea strategica. Tuttavia, non si prevedono ritocchi al costo del denaro prima del 2021.

Saliscendi del dollaro USD

Sul fronte valutario, oggi il dollaro ha viaggiato su e giù contro l’euro, come possiamo vedere sulla webtrader .

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L’ ha subito il sentimento di avversione al rischio che è seguito agli attacchi americani a Baghdad, costati la vita a un alto generale iraniano. La coppia ha ignorato il rilascio di dati ottimali sull’inflazione nell’area dell’euro scivolando a un minimo di 1,1125, ma in seguito si è ripresa poiché il biglietto verde ha perso slancio nella sessione americana.

Con i recenti cali, per l’ si è quindi concretizzato il pullback dopo la rottura del triangolo, confermando ancora una volta che quota 1,12 continua ad essere una resistenza particolarmente ostica, per la contemporanea presenza di una soglia psicologica importantissima.

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