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Sterlina, brusca marcia indietro sui nuovi timori “no deal”. EURGBP a 0,845

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Johnson potrebbe rivedere la legge sulla Brexit e ridurre il tempo utile per un accordo con la UE a soli 11 mesi

L’euforia che si era innescata nell’ultimo periodo attorno alla sterlina, ha improvvisamente segnato una brusca frenata. La valuta britannica è infatti scivolata pesantemente contro dollaro () ed euro (), dopo i nuovi timori su una no-deal Brexit alimentati dal premier Boris Johnson.

Torna il timore di un no deal

Il premier britannico, che solo pochi giorni fa ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni generali, secondo alcune indiscrezioni di stampa potrebbe rivedere la legge sulla Brexit (formalmente nota come Withdrawal Agreement Bill) per escludere in modo esplicito la possibilità di una qualsiasi estensione del periodo di transizione, oltre il dicembre del prossimo anno.
Questa ipotesi ridurrebbe a soli 11 mesi il tempo utile per siglare un accordo commerciale con l’Unione europea, dopo che verrà sancita l’uscita dal blocco entro il prossimo 31 gennaio 2020. I mercati temono che questo lasso di tempo potrebbe non bastare per trovare un’intesa commerciale con la UE.

Ripercussioni sulla sterlina

Questi timori hanno indebolito la sterlina (anche perché per molti sono stati un assist per prendere profitto dopo il rally recente).
Il pound ha perso pesantemente quota contro l’euro. Il cambio sale infatti verso 0,845, riportandosi su una zona di prezzo interessante, visto che era stato un supporto molto consolidato (linea arancione), come possiamo vedere sulla webtrader .

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La valuta britannica è scesa fino a 1,313 contro il biglietto verde (), dopo aver rimbalzato sui massimi da maggio 2018. Anche contro lo Yen giapponese c’è stato un deprezzamento della valuta britannica: il scende infatti a 143,92, anche in questo caso con una perdita ben superiore al punto percentuale.

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