I solidi dati sull’occupazione e i commenti ottimisti del presidente Donald Trump sui colloqui commerciali con la Cina, hanno ridato slancio al dollaro USD, giacché sostengono la posizione della Federal Reserve di mantenere i tassi di interesse in sospeso, dopo averli ridotti tre volte quest’anno.
Non Farm Payrolls
Il Dipartimento del Lavoro ha evidenziato che a novembre l’aumento dell’occupazione è stato il più ampio degli ultimi 10 mesi. A novembre i nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli (Non Farm Payrolls), sono cresciuti di 266 mila unità da 156 mila unità precedenti (rivisto da 128 mila). Il dato è nettamente superiore alle attese degli analisti: 186 mila.
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti a novembre è tornato al 3,5%, sui minimi degli ultimi 50 anni, dopo che a ottobre era salito al 3,6%.
Le statistiche mettono in luce un’economia in espansione moderata nonostante il prolungato stallo della produzione, e quindi un remoto rischio di recessione.
Le parole di Trump sulla trade war
Al clima positivo hanno contribuito poi i commenti di Trump, secondo cui le trattative commerciali con la Cina “stanno andando avanti”. Pechino ha dichiarato che sospenderà i dazi all’importazione su alcuni carichi di semi di soia e carne suina provenienti dagli Stati Uniti, contribuendo a sostenere il sentiment. Tuttavia, rimane incombente la data del 15 dicembre, per la quale sono previste nuove tariffe sulle merci cinesi, se non ci sarà un forte passo avanti nei negoziati.
Dollaro tonico in chiusura di settimana
ll dollaro guadagnato venerdì dopo cinque giorni consecutivi di perdite, che erano stati innescati da una serie di dati più deboli del previsto nei settori manifatturiero e dei servizi degli Stati Uniti.
Il cambio è sceso a 1,106, recuperando le perdite della settimana.
Il biglietto verde è invece salito dello 0,1% rispetto allo yen a 108,59 (), registrando la peggiore performance settimanale in quasi due mesi. Il è sceso dello 0,6% in settimana, registrando il peggiore bilancio da inizio novembre.
