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Vertice OPEC dopo il calo delle scorte, BRENT e WTI sui massimi di due mesi

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Il Cartello potrebbe decidere maggiori tagli alla produzione di oro nero, nel tentativo di sostenere i prezzi ed arginare l'eccesso di offerta

Sono due giorni cruciali per il mercato del petrolio. Mentre le quotazioni di Brent e WTI si muovono al rialzo, si riunisce l’Opec a Vienna, mentre venerdì è in programma il vertice con Russia ed altri paesi produttori (Opec+). Da questi appuntamenti si potranno trarre importanti indicazioni sul futuro del petrolio.

OPEC verso nuovi ritocchi alla produzione

Oggetto del meeting sono i maggiori tagli alla produzione di oro nero, nel tentativo di sostenere i prezzi ed evitare un eccesso di offerta il prossimo anno.
Ricordiamo che il volume di output – sotto la spinta dell’Arabia Saudita, leader de facto del gruppo – è già stato ridotto di 1,2 milioni di barili al giorno, in risposta all’aumento della produzione USA, maggior produttore globale grazie alla rapida crescita della produzione dell’olio di scisto.

Il meeting di questa settimana potrebbe così decidere di aumentarle i tagli di altre 400.000 unità, anche perché un aumento della produzione di petrolio è prevista per l’anno prossimo da parte di paesi non membri dell’Opec come Brasile e Norvegia. Questo chiaramente minaccia di amplificare ulteriormente l’eccesso di offerta.

Volano Brent e WTI

Nei giorni scorsi le quotazioni del petrolio hanno imboccato prepotentemente la via del rialzo, proprio perché il mercato ha iniziato a speculare sul possibile incremento dei tagli all’output esistenti. Inoltre i prezzi sono stati sostenuti dal rapporto dell’EIA, divisione del Dipartimento dell’Energia americano, secondo il quale le scorte negli ultimi sette giorni sono calate di 4,9 milioni a 447,1 MBG, ben oltre il consensus di 1,7 milioni di barili. Un ulteriore elemento di spinta è arrivato ieri dalla nuova schiarita sul fronte della trade war.

Dopo aver guadagnato diversi punti percentuale ieri, oggi il Brent scambia oltre quota 63 dollari al barile, mentre il WTI ondeggia su 58,70 dollari al barile. Entrambi si aggirano sui massimi di oltre 2 mesi, come possiamo vedere sulla webtrader .

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Scenari possibili

Gli scenari possibili vanno dall’aumento dei tagli, all’estensione di quelli attuali, ma esiste anche la possibilità che venga confermato lo status quo per l’immediato futuro. Quest’ultimo scenario sembra però il meno probabile, nonché quello che potrebbe innescare forti ribassi nelle quotazioni del petrolio.

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