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Trump inasprisce il clima e ridà slancio all’ORO: gold metal sui massimi di un mese

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Il metallo prezioso quest'anno ha guadagnato circa il 15% proprio in virtù del clima teso che si respira sul fronte globale

Il nuovo inasprimento del clima internazionale, a partire dalla trade war sino-americana, sta propiziando un momento molto positivo per l’oro, che dopo aver guadagnato un punto percentuale martedì, si è portato sui massimi di un mese.

La marcia forte dell’oro

La quotazione del Gold metal, considerato un investimento sicuro durante i periodi di stress politico ed economico, ha cancellato le perdite delle ultime settimane ed è volato verso il massimo di un mese oltre quota 1.480 dollari l’oncia, come vediamo nel grafico di .

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Il metallo prezioso quest’anno ha guadagnato circa il 15% proprio in virtù del clima teso che si respira sul fronte globale (e il conseguente timore di una forte ripercussione sull’economia), toccando un massimo pluriennale oltre i 1550 dollari per oncia.

Torna la tensione internazionale

A scatenare la nuova ondata di gelo sui mercati internazionali è stato manco a dirlo il presidente Trump, che ha sollevato dei dubbi sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, affermando che un accordo commerciale potrebbe arrivare anche dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2020.
Nel frattempo a breve (15 dicembre) potrebbero scattare nuovi dazi sulla Cina per 156 miliardi di dollari.
A complicare la relazione diplomatica tra i due paesi c’è anche il passaggio del secondo disegno di legge alla Camera dei rappresentanti USA, per spingere Washington a rafforzare la sua risposta alla repressione di Pechino sulla sua minoranza musulmana uigura.

Dazi, Brasile, Argentina e UE

Il fronte di tensione si è però ulteriormente allargato. Gli USA hanno infatti da poco annunciato dazi sulle importazioni statunitensi di acciaio e alluminio dal Brasile e dall’Argentina (paesi che sono stati accusati di aver svalutato volontariamente le valute a scopri concorrenziali.
Nuovi dazi colpiscono intanto la Francia, e presto potrebbe toccare a Italia, Austria e forse Regno Unito, Spagna, Repubblica Ceca e Turchia, come rappresaglia americana contro la web tax.
Senza dimenticare che c’è un altro fronte aperto, quello sul caso Airbus, visto che l’Organizzazione mondiale del Commercio ha autorizzato 7,5 miliardi di dazi contro paesi dell’Unione europea. Il clima insomma, è tesissimo, ed è un terreno fertile per la quotazione dell’oro.

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