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Dollaro Australia AUD

Aussie Dollar, pesante scivolone sui dati del lavoro. AUD-USD giù di oltre lo 0,50%

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L'economia australiana ha perso 19.000 posti di lavoro in ottobre, segnando il calo peggiore da settembre 2014

Giornata pesante per il dollaro australiano, zavorrato dai deboli dati sull’occupazione e da quelli sull’economia cinese. La valuta dei canguri perde decisamente quota tanto contro il dollaro () che contro euro (), kiwi (AUDNZD) e loonie (AUDCAD).

Dai sul lavoro deludenti

L’economia australiana ha perso 19.000 posti di lavoro in ottobre, segnando il calo peggiore da settembre 2014. E dire che gli analisti si aspettavano addirittura un incremento di 15.000 unità.
Dal momento che l’RBA indica nel mercato del lavoro uno dei principali obiettivi della sua politica monetaria, la reazione nei mercati è stata quella di prezzare con una probabilità maggiore un taglio dei tassi. Le probabilità che a dicembre la RBA effettui una manovra accomodante adesso sono salite al 25% dal 14% di ieri, mentre che ciò avvenga entro marzo sono salite a quasi il 60% dal 45% di ieri.

Contraccolpo sul dollaro australiano

L’aumentata prospettiva di tassi più bassi ha affondano il dollaro australiano su tutta la linea.
L’ perde oltre mezzo punto percentuale, avvicinandosi ai minimi di un mese e spostandosi al di sotto della media mobile a 55 giorni a 0,6813 per la prima volta dal 17 ottobre, come vediamo sulla webtrader .

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Pesante scivolone anche contro l’euro ( sale a 1,6200), lo Yen (AudJpy a 73,87) e il dollaro canadese (AudCad a 0,900). Più contenute le variazioni rispetto al dollaro kiwi (AudNzd -0,25%).

L’incidenza dei dati cinesi e della trade war

A peggiorare il quadro dell’aussie c’è il fatto che dalla Cina sono giunti dati macro deludenti.
Le vendite al dettaglio hanno fatto registrare la crescita più debole in 6 mesi, andando ben al di sotto delle previsioni. Un quadro simile si è rivelato per la produzione industriale, aumentata solo del 4,7%. Anche gli investimenti in immobilizzazioni non sono riusciti a sostenere il sentiment con una crescita da inizio anno del 5,2%, al di sotto delle stime di un aumento del 5,4%.

Restano inoltre i dubbi sulle possibilità della chiusura di un accordo di “fase 1” tra Stati Uniti e la Cina, dopo che il tanto atteso annuncio di Trump (che comunque ha parlato di intesa vicina) non c’è stato. La prospettiva di una intesa aveva contribuito all’ottimismo nei mercati finanziari globali, spingendo le valute sensibili al rischio come il dollaro australiano.

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