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Sterlina tonica dopo la “flaxtension” concessa dalla UE. GBPUSD +0,3%

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La UE ha concesso a Londra una ulteriore proroga fino al 31 gennaio 2020 per concretizzare un accordo su Breixt

Arriva la terza proroga in 7 mesi per la Brexit. La UE ha infatti concesso a Londra una ulteriore proroga fino al 31 gennaio 2020, come ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk: “I 27 Paesi Ue hanno deciso di accettare la richiesta del Regno Unito di una ‘flextension’ fino 31 gennaio 2020. La decisione sarà formalizzata con una procedura scritta“.

Flextension per la Brexit

Sembrava inevitabile un ulteriore allungamento della scadenza, dal momento che i tempi erano troppo ristretti per portare a compimento la Brexit prima della scadenza del 31 ottobre, ma al tempo stesso sarebbe stato da folli mandare all’aria i progressi fatti nelle ultime due settimane.
Va detto che l’estensione lascia comunque la possibilità (che in realtà è un auspicio di tutti) che il Regno Unito lasci l’Unione europea anche prima, nel momento in cui l’accordo di ritiro verrà ratificato.

La sterlina trattiene i guadagni

L’ulteriore estensione del periodo utile per arrivare ad un accordo, ha portato beneficio alla sterlina che oggi marcia in aumento contro dollaro (GBPUSD) e yen (GBPJPY), mentre rimane sostanzialmente stabile contro l’euro (EURGBP).
Il rischio di una Brexit no-deal si è notevolmente ridotto, ma il mercato non ha ancora valutato i prezzi in uno scenario di transazione.

Settimana scorsa, la valuta britannica era salita fino a massimi di maggio contro il dollaro, prima di rimbalzare su quota 1,300.
Nonostante il pullback, il cambio GBPUSD si mantiene nella bandiera rialzista, con la valuta britannica che sta trattenendo gran parte dei guadagni maturati nell’ultimo periodo.
L’attuale azione dei prezzi sta testando il ritracciamento del 23,6% dell’ultimo forte impulso rialzista.

Dubbi sul voto anticipato in GB

Va precisato che a tenere a freno la sterlina c’è l’incertezza riguardo al possibile voto anticipato nel Regno Unito a dicembre, chiesto dal premier Boris Johnson che spera così di avere un Parlamento più propenso a ratificare il suo accordo con Bruxelles.
Ricordiamo infatti che la proroga concessa dalla Ue, non sarà servita a nulla se il Parlamento britannico non approverà l’accordo di Johnson.
Il premier Tory vuole arrivare allo scioglimento della Camera dei Comuni il 6 novembre, ma per farlo dovrà ottenere il sostegno dei due terzi dei deputati.

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