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Cina, PIL mai così male dal 1992. Lo yuan però tiene, USD-CNH poco mosso

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Il PIL cinese nel terzo trimestre 2019 è sceso al 6%, il minimo della fascia obiettivo fissata dal governo (6-6,5%)

Quanto sia pesante il fardello della guerra dei dazi, l’economia cinese continua a scoprirlo sulle proprie spalle. Venerdì mattina l’Ufficio Centrale di Statistica di Pechino ha infatti evidenziato che da quasi trent’anni l’economia cinese non marciava così lentamente. Tuttavia, sul mercato valutario lo Yuan non ne ha risentito granché.

PIL cinese sui minimi dal 1992

Secondo gli ultimi dati macro, il PIL cinese nel terzo trimestre 2019 è sceso al 6%, il minimo della fascia obiettivo fissata dal governo (6-6,5%). Quanto sia preoccupante questo dato lo rivela il fatto che l’anno scorso era cresciuto del 6,6%. Oltre ad essere una una performance inferiore alle attese (il consensus era al 6,1%), questo dato è soprattutto il peggiore dal primo trimestre del 1992.
La nota lieta arriva dalla produzione industriale, cresciuta del 5,8% annuo a settembre, in accelerazione rispetto al 4,4% precedente (minimo dal 2002).

L’Ufficio di Statistica cinese rimane comunque ottimista, o almeno non fa drammi. Sottolinea infatti che l’economia è comunque riuscita a mantenersi su binari di sostanziale stabilità.
Ma è anche vero che riconosce l’esistenza di forti pressioni, alla luce delle “complicate e severe condizioni economiche sia interne sia internazionali, del rallentamento dell’economia globale e delle crescenti instabilità e incertezze esterne”.

Yuan stabile contro il dollaro

Malgrado il deludente dato sulla crescita, lo Yuan non ha accusato il colpo. Il cambio con il dollaro (USDCNH) subito dopo la pubblicazione dei dati ha avuto una piccola crescita, ma in seguito è tornato verso la sostanziale parità, come vediamo nell’immagine in basso tratta dalla webtrader .
Va precisato che le preoccupazioni per i dati economici USA deboli hanno contribuito a tenere basso il biglietto verde.

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Non ci vuole un mago per capire che l’economia cinese sta risentendo degli effetti del lungo braccio di ferro commerciale con gli Stati Uniti. Proprio per questo gli investitori stanno aspettando l’incontro del prossimo mese tra i presidenti Trump e Xi Jinping, nella speranza che un accordo possa definitivamente porre fine alla lunga guerra commerciale in corso tra le due superpotenze economiche.

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