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ORO, altalena settimanale: prima lo scivolone e poi la ripresa verso 1500 $

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Dopo il sell-off della settimana scorsa, l'oro aveva cominciato male anche stavolta, scivolando verso 1465 dollari l'oncia

Le preoccupazioni per la flessione della crescita economia globale, nonché le aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse statunitensi, hanno fatto da sostegno alla marcia dell’oro. Il metallo prezioso si è così riaffiacciato oltre quota 1500 dollari l’oncia, dopo una prima parte di settimana negativa.

Per l’oro un avvio in sordina

Dopo il sell-off della settimana scorsa (una delle settimane peggiori degli ultimi 6 mesi), l’ aveva cominciato male anche stavolta, scivolando verso 1465 come vediamo sulla webtrader .

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Il calo è stato principalmente guidato dall’annuncio della ripresa dei colloqui commerciali tra USA e Cina, e la conseguente spinta da parte degli investitori verso attività più rischiose.

Dati macro e paura della recessione

Poi però le cose sono cambiate, con l’arrivo di un’ondata di report macroeconomici negativi, che ha dipinto un quadro molto fosco.
I principali report hanno infatti deluso le attese alimentando le preoccupazioni di una stagnazione economica a livello globale. In particolar modo è stato l’indice ISM Americano a dare una scossa all’, giacché è considerato un misuratore economico affidabile. Il fatto che sia sceso a 47,8, in calo da 49,1 di agosto, ha messo sull’allerta i mercati.

La serie di rapporti economici statunitensi ribassisti hanno inoltre aumentato le possibilità di un taglio dei tassi della Fed nel meeting di fine mese. Se erano al 20% all’inizio della settimana, venerdì sono saliti oltre il 70%. I fondamentali per l’ sono quindi ancora positivi, vista anche la persistenza delle tensioni commerciali.

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