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Dati macro e BREXIT affondano la Sterlina: GBP-USD sui minimi di 31 mesi

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L'Ufficio britannico di statistica nazionale ha segnalato un calo a sorpresa dell'economia nel secondo trimestre

Come se non bastassero già tutti i problemi legati alla questione Brexit, per il Regno Unito adesso ci si mettono pure i dati economici ad aggravare il quadro della situazione.
Nel secondo trimestre di quest’anno infatti, l’economia britannica si è inaspettatamente contratta per la prima volta in oltre 6 anni, alimentando i timori di una recessione della quinta maggiore economia al mondo, anche in vista della Brexit prevista per il 31 ottobre.

La frenata dell’economia britannica

Secondo l’Ufficio britannico di statistica nazionale, la crescita economica è scivolata all’1,2% su base annuale, dall’1,8% registrato nel primo trimestre. Si tratta del dato più debole dall’inizio del 2018.
Il prodotto interno lordo è sceso dello 0,2% in sequenza, invertendo la crescita dello 0,5% del primo trimestre. La crescita annuale di giugno è stata la più debole da agosto 2013, all’1,0%.

Questa frenata è chiaramente anche una conseguenza dell’accumulo di scorte che c’è stato a inizio anno, per prepararsi al divorzio dalla UE. Peraltro le perduranti incertezze riguardo alla Brexit (il governo di Johnson dovrà lasciare l’Unione europea il 31 ottobre, indipendentemente che ci sia o meno un “deal”), unitamente alle incerte prospettive globali legate soprattutto alla disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, lasciano l’economia britannica “sul filo del rasoio” anche per il terzo trimestre. Lo scenario complessivo quindi è più fosco che mai.

Sterlina in caduta verticale

Questo spiega perché la sterlina è in calo, così come ha perduto terreno anche la borsa britannica.
La valuta britannica è tornata a slittare, toccando il livello più debole dal 2017 dopo la contrazione inattesa dell’economia. La coppia è precipitata a 1,2056, segnando un minimo di 31 mesi, come possiamo vedere qui sotto sulla webtrader di .

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Il pound ha perso oltre il 3% dall’arrivo del Primo Ministro Boris Johnson alla fine di luglio, che ha alimentato i timori di un’uscita disordinata dall’UE.
Male anche l’andamento contro l’euro. Il cambio è infatti sceso a un minimo di due anni a 92,885, in calo dello 0,8% nel corso della giornata.

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