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USA-Cina, il disgelo dà slancio al dollaro. EUR-USD a 1,128. Crollano JPY e CHF

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Si riaccende l'appetito al rischio dopo l'incontro positivo tra Donald Trump e Xi Jinping a margine del G20 di Osaka

Si respira un clima diverso sui mercati in questo primo giorno di luglio. Merito della distensione tra Usa e Cina, seguita al bilaterale tra Donald Trump e Xi Jinping a margine del G20 di Osaka.

Usa e Cina tornano a dialogare

Trump ha definito l’incontro “eccellente”, e i due Paesi riprenderanno subito i negoziati che si erano interrotti bruscamente a maggio. Inoltre non scatteranno i dazi aggiuntivi al 10% su altri 325 miliardi di dollari di importazioni da Pechino e sono state rimosse le sanzioni contro il gigante della tecnologia Huawei. Trump ha pure annunciato che i gruppi Usa potranno riprendere a vendere i loro prodotti al gruppo di Shenzhen, cosa che ha reso felice la maggior parte delle aziende americane del settore.

Borse e dollaro su, valute rifugio giù

La notizia della tregua ha riacceso l’appetito al rischio degli investitori. Ne hanno beneficiato i listini di Borsa, ma anche la divisa cinese (Yuan, a 6,860) e le altre valute emergenti. Benissimo lo stesso dollaro.
Viceversa, risultano appesantite le valute considerate tradizionalmente asset rifugio come yen e franco svizzero (il cross sale a 108,43, mentre il cross sale a 0,9875).

Ma il biglietto verde prende quota anche contro l’euro. La coppia è scivolata dello 0,7% circa, fin verso quota 1,128, come vediamo sulla piattaforma .

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FED e taglio dei tassi

Sull’andamento del dollaro funge da spinta l’aspettativa che la tregua tra Usa e Cina possa cambiare l’atteggiamento della Fed. In sostanza i tagli della banca centrale americana non sono più così sicuri, visto che viene ridotta l’entità del timore economico principale, ovvero i problemi commerciali che con la Cina.
Tuttavia è anche vero che rimangono altre ragioni per ritenere poco probabile un cambiamento repentino della forward guidance della Fed. Ci riferiamo ai problemi su inflazione, le pressioni politiche di Trump sulla Fed e le dispute in sospeso con i partner commerciali.

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