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Rand sudafrica ZAR

Il boom della produzione e l’appetito al rischio rilanciano il Rand: USD-ZAR a 14,700

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La valuta Sudafricana ha guadagnato circa l'1% contro il dollaro. Settimana scorsa era scivolata ai minimi di 9 mesi

Dopo aver vissuto una settimana (quella scorsa) decisamente negativa, il Rand Sudafricano ha ritrovato un po’ di slancio in questi due giorni, allontanandosi dai livelli minimi di 9 mesi contro il biglietto verde.

Lo scivolone dei giorni scorsi

La prima settimana di giugno era cominciata molto male per la valuta di Pretoria, appesantita anzitutto dalla difficile situazione politica interna. L’elezione di Cyril Ramaphosa, leader dell’ANC, è stata però accompagnata da un forte calo di consensi per il partito di governo. Questo ha acceso forti divisioni sul fronte interno, alimentando i dubbi sulla capacità politica di dare luogo alle riforme promesse.

Inoltre gli ultimi dati economici avevano evidenziato una forte contrazione nel primo trimestre, pari al 3,2%.
Sul sfondo ha agito la cosa più importante, ovvero le preoccupazioni per il perdurare della guerra commerciale USA-Cina (che penalizza anzitutto l’appeal dei mercati emergenti) e fino a venerdì anche quella USA-Messico.
La coppia USDZAR era così arrivata a 14,90 circa, ovvero i massimi dall’ottobre scorso.

Il rimbalzo

Questa settimana invece è arrivato un po’ di ossigeno soprattutto dal fronte commerciale. L’accordo in extremis tra USA e Messico ha riacceso un po’ di interesse degli investitori verso le valute emergenti.
Inoltre i dati macro hanno evidenziato una crescita molto più grande del previsto della produzione manifatturiera sudafricana. Quest’ultima è salita ad aprile del 4,6%, concretizzando la più grande crescita da giugno 2016 (quando giunse al 5,1%).

Questi fattori hanno stimolato la ripresa del Rand, che ha guadagnato circa l’1% contro il dollaro (USDZAR), riportandosi verso 14,7000, come vediamo sulla piattaforma di trading .

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Pesa anche il fatto che i mercati stanno anche aumentando le aspettative circa un prossimo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, contribuendo a stimolare la domanda di attività dei mercati emergenti che offrono rendimenti più interessanti.

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