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La RBA taglia i tassi e li porta al minimo storico. Aussie stabile

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Il tasso di interesse è stato ritoccato per la prima volta dal 2016: taglio all'1,25%, con una riduzione di 25 punti base

Come si aspettavano gli analisti, la RBA (la banca centrale australiana) ha deciso di tagliare il costo del denaro per la prima volta dal 2016, portandolo ai nuovi minimi storici. Il tasso di interesse è stato infatti tagliato all’1,25%, con una riduzione di 25 punti base.

Perché la RBA taglia i tassi

Alla base della decisione dell’istituto australiano c’è il rallentamento dell’economia e dell’inflazione, e la volontà di sostenere la crescita dell’occupazione.
La banca centrale prevede una crescita del Pil del 2,75%, sia per il 2019 che per il 2020. L’inflazione è invece attesa all’1,75% nel 2019, al 2% nel 2020 e più alta negli anni successivi.

Secondo il comunicato diffuso dopo la decisione, “l’outlook per l’economia globale rimane ragionevole, ma presenta rischi al ribasso provenienti dalla guerra commerciale“. Inoltre – spiega l’istituto guidato da Philip Lowe – la crescita del commercio internazionale “resta debole” e l’aumento delle incertezze “sta condizionando i piani di investimento in diversi paesi”. Nel comunicato viene fatto notare che, “nella maggior parte delle economie avanzate, l’inflazione rimane debole, i tassi di disoccupazione sono bassi e la crescita dei salari si è rafforzata”.

Aussie stabile malgrado il taglio dei tassi

Conosciuta come una “commodity currency“, il dollaro australiano non ha avuto alcuno scossone dopo la decisione della banca centrale australiana di tagliare i tassi. Anche perché i mercati avevano ampiamente previsto questa decisione.

La coppia è risalita dopo aver cominciato la sessione maluccio, a causa dell’imprevisto calo delle vendite al dettaglio (ad aprile sono scese dello 0,1% su base mensile, mentre su base annua la crescita ha rallentato al 2,8%). In seguito però l’australiano si è apprezzato fino a toccare 0,6993 contro il biglietto verde, il livello più alto dal 13 maggio. Possiamo vederlo grazie al broker .

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La valuta australiana, dopo essere scesa a un minimo settimanale di 1,6161 contro l’euro (), ha invertito la direzione.

Va ricordato che a dare sollievo alla valuta australiana in questi giorni sono stati un paio di fattori. Anzitutto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minimizzato la possibilità dazi contro l’Australia, cosa che settimana scorsa era stata ipotizzata dal New York Times.
Inoltre lunedì c’è stato il rilascio del Cina Caixin PMI, che ha mostrato segnali di tenuta della seconda più grande economia del mondo, nonostante la recrudescenza delle tensioni commerciali.

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