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NFP non farm payrolls

Lavoro USA, dati buoni ma i salari deludono. Il dollaro USD si indebolisce

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Sorprese positive dai Non Farm Payrolls e dal tasso di disoccupazione, ma i dati deludenti sui salari medi orari frenano il biglietto verde

I dati sul lavoro negli Stati Uniti sorprendono gli analisti, sia in senso positivo che negativo. Sono stati creati più posti di lavoro del previsto e la disoccupazione è scesa a livelli che non si vedevano da 49 anni, ma i salari – ritenuti molto importanti in ottica delle decisioni della FED – deludono le attese.

I dati sui Non Farm Payrolls

L’appuntamento con i Non Farm Payrolls, uno di quelli più attesi dai mercati, ha fatto sussultare. Nell’ultimo mese sono state avviate 263 mila nuove buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) rispetto alle 189 mila riviste di marzo (196 mila preliminari) e alle 181 mila stimate dagli analisti. Meglio quindi delle previsioni.
L’economia americana ha creato 20 milioni di posti di lavoro da quando è finita la Grande Recessione nel 2009.




Un altro dato positivo è arrivato dalla disoccupazione, che è calata al 3,6% dal 3,8% del mese precedente (le previsioni erano per una valore stabile). Si tratta del livello più basso degli ultimi 49 anni, vale a dire dal dicembre del 1969.
Il tasso di partecipazione si è attestato al 62,8% dal 63% precedente.

La nota dolente riguarda il salario orario medio. Salgono infatti da 27,71 dollari a 27,77 (+0,2% su mese), sotto le stime degli analisti che prevedevano una crescita dello 0,3%. L’aumento annuo invece è del 3,2% contro il previsto 3,3%.
Va ricordato che le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve, in quanto ritenute buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.

Dollaro in altalena

Proprio l’andamento deludente dei salari ha frenato il dollaro, che in mattinata aveva marciato bene contro l’euro (a sua volta penalizzato dall’incertezza politica e dalla minaccia di un peggioramento del quadro economico, dopo i dati Pmi manifatturiero). La major era scesa a quota 1,114, ma in seguito al rilascio dei dati sul lavoro USA è risalita fino a lambire 1,119, come possiamo vedere sulla webtrader .

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Anche il , che misura l’andamento del biglietto verde contro un paniere di valute principali, dopo un avvio positivo in mattinata, ha perso quota nel pomeriggio a seguito dei dati sul lavoro.

Una ulteriore pressione al ribasso sul dollaro è stata esercitata dal calo a sorpresa dell’indice Ism, che misura l’attività nei settori non manifatturieri degli Stati Uniti (sceso al minimo dall’agosto del 2017).
Inoltre le dichiarazioni di due capi regionali della Federal Reserve (Charles Evans e James Bullard) hanno sostenuto le scommesse che la banca centrale statunitense potrebbe abbassare i tassi di prestito chiave entro la fine dell’anno, anche se il presidente della Fed appena giovedì ha congelato ogni movimento sui tassi in questo momento.

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