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Brexit, possibile proroga breve (22 maggio). La BoE si mette in attesa, la sterlina cade

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La Bank of England conferma tassi e QE, intanto i Ventisette della UE sarebbero disponibili a concedere una proroga molto ridotta

Il giovedì della sterlina è stato caratterizzato da due eventi: la ininfluente riunione della Bank of England (BoE) e il ben più importante vertice della UE sulla proroga da concedere sulla Brexit (il termine scadrebbe il 29 marzo).

La Bank of England non tocca i tassi ma è preoccupata

Riguardo al meeting dell’istituto centrale di Londra, non ci sono state sorprese. La BoE ha confermato – come era ampiamente previsto – la sua politica monetaria, lasciando i tassi di interesse allo 0,75% con una decisione unanime (La precedente variazione fu un rialzo nell’agosto 2018).
E’ stato altresì confermato il piano di quantitative easing da 435 miliardi di sterline. I responsabili delle politiche monetarie hanno deciso – come era logico che fosse – di lasciare lo stimolo monetario invariato nel frattempo che si chiariscano gli scenari di uscita dall’Unione europea.

La banca centrale ha ribadito che potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento della politica a un ritmo graduale, qualora l’economia britannica dovesse espandersi in linea con le proiezioni (si prevede che l’inflazione rimarrà prossima all’obiettivo del 2% nei prossimi mesi).
Tuttavia ha pure aggiunto che molto dipenderà dalla Brexit. Gira e rigira, tutto ruota attorno a questo tema. E’ interessante osservare in proposito che un sondaggio BoE Agents ha rivelato che a febbraio circa l’80% delle aziende si è detto pronto a uno scenario “no deal”, rispetto a circa il 50% di gennaio. Evidentemente questa ipotesi viene considerata sempre più concreta.

Brexit: la UE può concedere una proroga fino al 22 maggio

Il tema caldo per la Gran Bretagna e la sterlina però era un altro, ovvero il vertice dei Ventisette a Bruxelles. Non senza tensioni interne, la UE sta lavorando a una proroga fino al 22 maggio, con l’obbligo da parte di Londra nel caso di nuova bocciatura dell’accordo di recesso, di segnalare la sua volontà entro l’11 aprile. Quel che emerge però tra le righe è che la maggior parte dei paesi sia esasperata da una questione che si trascina ormai dai tre anni.

Giornata pesante per la sterlina

Più che il meeting della Bank of England, è stato proprio il vertice UE a orientare il sentiment attorno al pound. E la sterlina inglese ha reagito male sui mercati.
Dopo un avvio positivo e carico di speranze, la coppia è infatti scesa fino a 1,3004. A salvare in parte la valuta britannica sono stati i dati sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito, che a febbraio hanno battuto le aspettative.

Nell’ultima settimana la sterlina ha perso oltre un punto percentuale contro l’euro, con la coppia salita a 0,867. Anche contro lo Yen la sterlina è andata in discesa ( a 145,10).

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