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Dati sul lavoro ed effetto Brexit danno una spinta alla sterlina. GBP-USD oltre 1,30

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Il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha infatti aperto all'ipotesi di uno slittamento dell'uscita dalla UE

Giornata molto positiva per la sterlina britannica, che beneficia di ottimi dati riguardano il mercato del lavoro e anche della rinnovata possibilità che la Brexit possa slittare, per consentire un’uscita dalla UE con un “deal”.

Circa il mercato del lavoro, l’Office for National Statistics ha evidenziato un aumento di occupati di 167 mila unità (contro i 152 mila previsti), fino a raggiungere i 32,60 milioni complessivi.
Il tasso di occupazione è stabile al 75,8%, ovvero il più alto da quando cominciò la rilevazione nel 1971. Anche il tasso di disoccupazione è rimasto stabile (4%, il più basso dal dicembre 1974).
Buone notizie sul fronte della paga media, che includendo i bonus è salita del 3,4%, maggiore aumento dal luglio 2008.

L’altro fattore di spinta al pound è arrivato dal fronte Brexit. Il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha infatti aperto all’ipotesi di uno slittamento dell’uscita dalla UE. Al quotidiano tedesco Stuttgarter Zeitung ha detto che l’Unione europea non si opporrà a una eventuale richiesta in tal senso da parte del Regno Unito.
I mercati hanno interpretato questa notizia come una chiara volontà di arrivare – sia pure in ritardo – ad una “deal Brexit”, ovvero scongiurare il rischio di una uscita disordinata di Londra da Bruxelles.

L’effetto congiunto di questi eventi ha dato slancio alla sterlina.
La valuta britannica ha toccato il massimo settimanale contro il dollaro, con il cross GBPUSD che ha oltrepassato la soglia di 1,30.

La valuta britannica si è attestata a 0.8713 contro l’euro (EURGBP), ai massimi di questo mese. Buone performance anche contro il franco svizzero e lo Yen (massimo di 2 settimane).

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