Il meeting della SARB (la banca centrale del Sudafrica) conferma le aspettative dei mercati. L’istituto centrale con una decisione unanime, ha infatti confermato i tassi al 6,75%, livello al quale erano stati riportati lo scorso novembre.
La vera novità però è l’atteggiamento da “colomba” assunto dall’istituto centrale, cosa che ha finito per penalizzare il Rand (ZAR) sui mercati valutari.
La SARB ha motivato la sua scelta di non ritoccare il costo del denaro, con le buone prospettive dell’inflazione (ricordiamo che il SudAfrica è da poco uscito dalla recessione). C’è stato un miglioramento guidato soprattutto dall’apprezzamento del Rand degli ultimi mesi, nonché dal calo dei prezzi del petrolio.
La banca proietta l’inflazione media al 4,8% quest’anno, operando così una revisione al ribasso rispetto alla stima precedente (5,5%). Inoltre è stata rivista anche la previsione del 2020, al 5,3%.
Più che la decisione della SARB, è stato soprattutto il suo approccio da “colomba” a interessare ai mercati. L’istituto centrale ha infatti lasciato intendere che sarà necessario solo un ulteriore rialzo dei tassi prima della fine del 2021 (rispetto ai tre aumenti ipotizzati a novembre).
Per questo motivo il Rand è finito sotto pressione, perdendo quota contro il dollaro. La coppia USD-ZAR è salita fino a 13,8175, prima di rimbalzare in modo lieve.
Va messa in evidenza la polemica sorta tra il governatore della SARB e l’ANC (African National Congress), il partito di governo. Quest’ultimo ha incluso nel suo programma elettorale la proposta che la SARB non si preoccupi solo dell’inflazione, ma agisca anche tenendo conto di occupazione e crescita economica.
Pronta e velenosa la risposta del governatore Lesetja Kganyago, che ha precisato: “Chiunque affermi che la SARB deve concentrarsi sulla crescita – ha risposto piccata – non ha chiaramente letto la costituzione”.
